Chiamami col tuo nome, nuovo successo cinematografico?

È il nuovo film drammatico di Luca Guadagnino a conquistare la critica internazionale in questo periodo, “Chiamami col tuo nome”, tratto dall’omonimo romanzo di André Aciman. Candidato a 4 premi Oscar 2018 tra cui una nomination come miglior film, la nuova pellicola sentimentale ha luogo nella bassa padana lombarda dell’estate del 1983. Elio Perlman, diciassettenne italoamericano molto maturo per la sua età con una grande passione per la musica, è pronto a cedere la sua stanza all’ennesima “scocciatura”, uno studentw in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, giovane americano ventiquatrenne, affascina tutti con il suo aspetto, il suo carisma e quell’irritante “Dopo!”. Elio non lo sopporta. Inizialmente. Tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto irrefrenabile, fatto di dubbi, incertezze e passione. “Chiamami col tuo nome” è una storia d’amore travolgente ed intensa.

Fiondandomi al cinema il giorno stesso che il film uscì nelle sale, le mie aspettative erano molto alte. Avendo già letto il libro e guardati trailer su trailer e una miriade di interviste, mi ero già fatta un’idea su come il film dovesse essere. Me ne sono innamorata. Malgrado l’andatura abbastanza lenta del film, Guadagnino è riuscito a tenermi incollata allo schermo fino alla fine, e Timonthée Chalamet e Armie Hammer sono riusciti ad impersonare magnificamente Elio ed Oliver. Ma la cosa veramente bella è la maniera in cui è stato trattato il loro rapporto. Non è uno di quei film che tratta una relazione omosessuale come l’omosessualità: racconta semplicemente di un amore a discapito del resto. Parla di un amore quasi puro, lontano dall’omofobia e da tutti quei problemi che, in un normale film sulla comunità LGBT+, i due ragazzi si sarebbero ritrovati ad affrontare. Per chi volesse godersi a pieno il film è suggerito guardarlo in lingua originale, ovvero in inglese. Essendo Elio italoamericano e avendo parenti francesi, i dialoghi sono in tre lingue diverse, e l’ho trovato molto più piacevole da guardare.

Che lo guardiate in italiano o in lingua originale, quasi sicuramente rimarrete ammaliati dall’atmosfera e dei luoghi e dall’intensità delle emozioni e, alla fine, chiederete un.fazzoletto di carta al vicino di poltrona.

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