Dietro ad un banco

Dietro ad un banco qualche volta c’è una sedia. Su quella sedia spesso vi è uno studente. Ci sono giorni in cui è contento, altri in cui è silenzioso. Alcune lezioni le vive intensamente, altre le trascorre con gli occhi fissi sull’orologio. Gli occhi nell’ultimo periodo sono mezzo nascosti dalla mascherina. I professori, che invece siedono dietro ad una cattedra, si alternano ogni giorno in un turbinio di parole ed emozioni. Dietro ad un banco si vedono speranze, illusioni e chimere a volte talmente forti da decretare il nostro futuro. Dietro ad un banco ci sono lacrime, delusioni, litigi a volte talmente forti da indurci a rinunciare al nostro futuro. Dietro ad un banco si cresce. Ci sediamo per la prima volta dietro ad un banco a sei anni. Viviamo dietro ad un banco, a volte con piacere, altre faticosamente. Dietro ad un banco si pensa moltissimo a volte circa le materie studiate, altre mentre cerchiamo di studiare noi stessi. Dietro a tanti banchi si trova una comunità che durante tutti questi anni ha imparato ad accettare la nostra presenza silenziosa o rumorosa. Dietro ai banchi si cela una famiglia. Chissà cos’accade dietro ad una cattedra.

 

Per chi c’era e non c’è più. Per chi non c’è, ma ci sarà

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