Get Out- Recensione

Get out ,devo ammetterlo, è stata una sorpresa. La visione di questo film si è rivelata una scelta azzeccata, cosa che non avrei mai creduto.

Quando qualche mese fa sentii parlare di Get out mi ero fatta un’ idea completamente errata, avevo poca fiducia nella trama che mi sembrava fin troppo lineare, semplice e senza colpi di scena. Errore madornale, la trama lineare è il suo punto di forza, si sviluppa tutto davanti a te senza che ti accorga di nulla.  Jordan Peele, co-produttore , sceneggiatore e regista del film, mette tutti gli elementi sotto la luce del sole e sta a te ricollegare le briciole di pane lasciate da Jordan nel corso del film.

Il film si apre con un rapimento di un giovane ragazzo afroamericano mentre cammina in una delle classiche periferie americane. La prima scena è accompagnata da una canzone che fa entrare immediatamente lo spettatore nell’atmosfera del film, la suddetta canzone è ‘Run rabbit’ di Flanagan and Allen, canzone famosa durante la seconda guerra mondiale e diventata famosa perché al posto di ‘rabbit’ si cantava ‘Run Adolf, run Adolf’.

Dopo questa prima scena il film ci presenta i due protagonisti Chris Washington, un giovane fotografo afroamericano e la sua fidanzata Rose Armitage classica ragazza della porta accanto: carina, pulita ma soprattutto democratica. La coppia sta per partite per passare un tranquillo weekend nella casa dei genitori di Rose, due studiosi  esperti del cervello umano. Dean, il padre è un neurochirurgo e la madre, Missy, è un’ ipnoterapista. La famiglia Armitage accoglie bene il fidanzato della loro amata figlia, il padre di Rose fa fare a Chris un giro della casa e gli fa conoscere la domestica Georgina e il giardiniere Walter che, già ad una prima occhiata, sembrano sospetti a Chris. La situazione si fa sempre più strana per Chris quando, mentre parla con la fidanzata Rose, si sentono delle macchine entrare nel vialetto: si perché quello era casualmente il weekend della ‘rimpatriata’ durante la quale i coniugi Armitage chiamano a raccolta tutti gli amici di famiglia in onore del padre di Dean. L’atmosfera si rivela soffocante per Chris che, in mezzo ad un orda di bianchi americani democratici, si sente in imbarazzo a causa delle continue domande sul suo essere nero e cosa comporti nella società moderna, e vari cliché che si sono costruiti negli anni sugli afroamericani. In mezzo a tutte queste domande Chris si distacca per fare delle foto e mentre punta il mirino su vari invitati scorge, davanti ad un tavolo, un ragazzo nero vestito di tutto punto accompagnato da una donna bianca con il doppio della sua età. Per Chris questo ragazzo non è uno sconosciuto, ma non riesce a ricordare dove possa averlo già visto. Decide allora di scattargli una foto con il telefono, per non farsi vedere, ma non si accorge che il flash è attivo e, scattando la foto, il ragazzo si blocca nel mezzo della conversazione e, tra lo stupore delle altre persone, corre verso Chris urlando : “scappa! Vattene subito!”. Da questo momento in poi inizia l’incubo di Chris.

 

Bene, cosa dire di ‘Get out’ ?

La cosa che spicca di più sicuramente è la critica, oserei dire feroce, che Jordan Peele  fa verso la borghesia democratica-liberale americana: nessuno è razzista, tutti avrebbero votato Obama per un terzo mandato se avessero potuto, tutti vogliono sapere se sia vantaggioso o meno essere neri nel mondo moderno. Questa curiosità quasi infantile verso il diverso mette in luce una nuova angolazione, un nuovo punto di vista dei pregiudizi verso gli afroamericani. Infatti non si affronta questo tema dal punto di vista dei razzisti, ma lo si guarda con gli occhi di chi vuole essere superiore all’ ignoranza che sembra appartenere  all’americano medio verso tutto ciò che si possa definire ‘diverso’.

Jordan Peele ci mostra questa totale incapacità dell’americano borghese di affrontare la realtà che vive una persona normale e diversa da loro. Questa incapacità, a mio parere, rende ancora più verosimile il film. Questa totale ignoranza verso ciò che non si vive in prima persona è un comportamento molto comune tra i ricchi sofisticati che leggono i grandi classici della letteratura, che abbracciano i valori della democrazia e del liberalismo, ma che davanti al ‘diverso’ cadono nelle classiche trappole dell’ignoranza tipo “chi ce l’ha più grosso” o “sarai un grandissimo lottatore o pugile”. Insomma Get out tira fuori una tematica molto interessante e poco affrontata, e devo dirlo ERA ORA !

 

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