La vita bugiarda degli adulti

“Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell’appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto, in cima a San Giacomo dei Capri. Tutto – gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole – è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro a queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione.”

E’ così che inizia il nuovo e molto atteso romanzo di Elena Ferrante, scrittrice dall’identità sconosciuta.

Il romanzo parla di Giovanna, soprannominata Giannì, che tra il divorzio dei genitori e continue insufficienze a scuola, all’età di dodici anni inizia ad avere i primi  problemi di autostima.

Parte tutto da quando Giovanna, dalla porta socchiusa della cameretta, sente i genitori parlare. Sente la voce di suo padre, la figura familiare piu’ amata da lei , soffocata dallo sforzo di non farsi sentire, dire, che Giovanna stava diventando come sua zia, una donna nella quale combaciavano a perfezione bruttezza e malvagità  (o almeno così Giovanna aveva sempre sentito dire dai genitori).

Giovanna, che da sempre si sentiva bella, da sempre ammaliata dai complimenti del padre, che non si era mai preoccupata del suo aspetto fisico, quando si ritrova davanti a quel paragone inizia ad avere un comportamento ossessivo, restando per tutto il giorno davanti allo specchio, a fissare ogni piccolo difetto trovabile nel suo corpo: gli occhi troppo piccoli, la fronte troppo alta e le gambe secche… e a chiedersi se li avesse ereditati dalla zia.

 Un giorno, quando i genitori non sono presenti in casa, Giovanna, tormentata dal desiderio di sapere chi fosse la zia sconosciuta a cui era stata messa in parallelo, si decide a frugare nelle foto di suo padre.

Tra le tante foto di suo padre, solo e pensieroso, ne trova finalmente alcune spensierate in cui è presente la sorella tanto misteriosa, sua zia, anche se, in tutte le foto, è ricoperta da rettangoli di inchiostro nero.

Così in Giovanna cresce sempre di piu’ la voglia di smascherare il  volto della misteriosa donna, e cerca, in ogni modo possibile, di grattare via l’inchiostro dalle foto.

Questo romanzo di Elena Ferrante non è il classico libro scritto per accontentare i gusti del pubblico, ma anzi, lascia con mille domande, non esprime in alcun modo positività ed è un libro che in certi punti, per quanto sincero e crudo, riesce a lasciarti ferito.

Quindi, che aspettate a leggerlo?

 

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