BERTI OCCUPATO

Il 9 ottobre 2019 parte degli studenti del Liceo Domenico Berti ha deciso di deviare il proprio percorso verso la propria classe per andare nell’Aula Magna, che avrebbero occupato per denunciare il comportamento del preside e dell’istituto riguardo le GdS e la Scuola-Lavoro.

I nostri giornalisti, nel pomeriggio della prima giornata d’occupazione, hanno avuto la fortuna di presentarsi nel punto di raccolta pochi minuti prima dell’intervento del preside, che ha cercato un dialogo diretto con gli studenti. I punti focali del dibattito sono stati:

  • L’occupazione nella sua essenza ed il fatto che essa fosse giusta,
  • L’alternanza scuola-lavoro e le competenze di ogni indirizzo presente nell’istituto,
  • Le denunce delle colpe della compagnia San Paolo,
  • La sicurezza della scuola nelle aule e nell’infrastruttura,
  • Il ruolo del preside in prima linea per difesa della scuola,
  • L’opinione dei giornali rispetto a questa azione ”pretestuosa” secondo il preside.

In primo piano sono state poste anche le minacce dei professori agli studenti e le intimazioni a presentarsi in classe e disertare l’occupazione. Il preside ha pubblicamente smentito più volte che i professori avessero minacciato gli studenti. Al termine del dibattito il dirigente scolastico ha avvisato per l’ultima volta che alle 18:30 avrebbe chiamato la polizia, nel caso in cui gli studenti non avessero lasciato l’edificio, non smuovendo però la determinazione dei presenti. Dopo la sua uscita dall’Aula Magna i ragazzi hanno continuato a confrontarsi, interpellando persino un alunno esterno che fa dei diritti degli studenti il suo pane quotidiano. Quest’ultimo ha ribadito il fatto che il preside non fosse, secondo lui, contrario all’occupazione ma a quello che avrebbe portato, ovvero una minore frequenza di iscrizione, scongiurabile attraverso una linea studentesca più unita e combattiva.

In seguito alla fine dei confronti siamo riusciti ad intervistare la rappresentante d’istituto ed organizzatrice della protesta Sara Kouassan.

”-Domani vorresti impedire l’entrata di alcuni studenti?”

“Assolutamente no, professori e studenti potranno entrare liberamente.”

“-Sei contenta dei risultati che hai ottenuto?”

“Sì, anche per il fatto che molte più persone di questa mattina hanno deciso di dormire qui. Sono rimasta scontenta del fatto che, intimiditi dalle minacce dei professori, alcuni studenti abbiano deciso di non partecipare.”

“-Sei intimidita dal fatto che il preside potrebbe chiamare la polizia?”

“No: in tutte le occupazioni che si rispettino si sente la presenza della polizia, non sarebbe normale il contrario, comunque quando arriverà noi dialogheremo con gli agenti .”

“-Sei disponibile ad un dialogo con il preside dopo l’occupazione?”

“Certo.”

“-Le classi quinte sono minoritarie qui per paura di compromettere l’esame di stato?”

“No, credo non siano venute perché in disaccordo, le classi maggioritarie sono le terze, seguite da seconde e prime. Le quarte sono spaccate in due.”

“-Intendete cedere?”

“Certo che no.”

“-Il preside ha ribadito il fatto che tu volessi fare politica, è vero?”

“No, voglio solo che i diritti degli studenti siano rispettati.”

Durante il secondo giorno di occupazione gli studenti hanno constatato sul nostro giornale che la polizia non si è fatta viva, ma oltre a disquisire del fatto che le GdS debbano mantenere la loro identità, non sono mancati i momenti di aggregazione sociale e divertimento.

Stando personalmente in Aula Magna si avverte nell’aria un sostegno alla causa ed un leggero contrasto di idee con le autorità scolastiche. Intervistando due professori nel corridoio siamo riusciti a raccogliere un altro punto di vista. Secondo loro l’occupazione è insensata in quanto non esistono motivi infrastrutturali contestabili al Berti, essendo una scuola sicura e per niente oppressiva nella sua apparenza accogliente. Altro punto in prima linea è stata la responsabilità del preside, messo in una situazione di allerta e di stravolgimento dei piani dei professori. I docenti pensano che questa azione sia comunque avventata e sconsiderata e, oltre a ribadire la sua inutilità, denunciano la futilità dei pretesti per avviare l’occupazione, ricordando il recente finanziamento economico  privato di 1.700.000 € utilizzato per la ristrutturazione non riconosciuto dagli occupanti. La conclusione del ragionamento degli insegnanti è:<Le GdS devono essere fatte bene e nel massimo rispetto dell’istituzione scolastica, che ha la responsabilità di tutto ciò che avviene nell’istituto>.

Come ultima intervista, forse quella che a molti preme di più leggere, è quella diretta al Dirigente Scolastico (Prof. Jeanclaude Arnod):

”-Si è sentito mancare di rispetto dagli studenti?”

“Diciamo che mi sono sentito mancare di rispetto dall’1% degli studenti.”

“-Dicono che voglia proporre delle liste per destituire Sara Quassan, è vero?”

“Non voglio fare delle nuove liste per questo, ma perché avere più scelta è più democraticamente corretto e funzionale.”

“-Cosa intende fare?”

“In questa situazione non potrei fare nulla, perchè punendo gli studenti peggiorerei solo le cose.”

“-E’ favorevole ad un dialogo con i rappresentanti dopo l’occupazione?”

“Certamente, ma ho bisogno di un intermediario valido ed affidabile.”

In conclusione: l’occupazione ha spaccato in due la scuola ed ha portato il Berti sui giornali, ma tutto ciò lascerà un segno?

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