Cara professoressa D’Altoé
Il punto, nella vita, non sará non cadere mai. Nooooo, noi cadremo milioni di volte, ci troveremo le cicatrici sulle ginocchia – io le ho, su entrambe le ginocchia, per par condicio-. Il punto nella vita sará rialzarsi, perché è sempre possibile; anche se sembra difficile.
All’inizio, quando ho deciso di scrivere questo memoriale in onore della professoressa D’Altoé, mi sono bloccata. Non avevo la minima idea di cosa dire, di come renderle omaggio; non perchè non avessi niente da dire, ma l’opposto. Cosa potevo raccontare che giá non si sapesse? Come potevo esprimere a parole tutto ció che lei ci ha trasmesso con i gesti, i silenzi, l’affetto, le sgridate, i sorrisi dopo un buon lavoro, la gioia che aveva quando vedeva i suoi studenti o vedeva che ció che aveva trasmesso era andato a segno. Panico da foglio bianco. Così lo chiamava lei: quando devi parlare di qualcosa e dici “e ora?”; non ha mai avuto una soluzione a ció, ne parlava molto come conforto a quando i suoi studenti le dicevano: “Prof, non ho la minima idea di cosa scrivere”. Lei a volte diceva una cosa che qualcuno avrebbe potuto prendere per scontata, ma non per lei, per lei era essenziale: “Pensate con la vostra testa. Non provare a richiamare alla mente stralci di conversazioni avute in passato, non provare a impressionarmi con frasi alla Prevet, non pensare con la testa degli altri. Pensa con la tua testa.” Funzionava? A volte sí, a volte no.
Credo che la parte più difficile sia accettare che non la vedremo più, ancora oggi sembra (o almeno a me) che lei sia solo assente, malata; eppure arriverà un giorno in cui realizzeremo davvero che lei non c’é più, é morta. Puó essere fra due giorni, la prossima settimana, a gennaio o a fine anno. Lei, la nostra guida, il nostro supporto, la nostra migliore amica, se n’è andata, è morta! Ci diceva sempre di non aver paura della parola morte: “É inutile usare eufemismi come ‘ci ha lasciato’, ‘ha iniziato il suo viaggio’, ‘é scomparso/a’. Dire semplicemente la veritá – é morta/o – vi aiuterà molto piú di quello che credete.” Non la vedremo piú, se non nei nostri ricordi, non entrerá più in classe sorridendo, non insulterá più la tecnologia, non ascolterá più i nostri problemi inutili, non ci insegnerá mai piú come vivere la vita.
Personalmente parlando, da alunna della professoressa D’Altoé, non avevo mai incontrato una professoressa così sincera, cosí colta, cosí appassionata nel suo lavoro, cosí disponibile, così piena di speranza verso di noi. Parlava di tutto: di libri, di storia, di filosofia, di film, di scienze, delle lingue, dei viaggi, del passato, delle persone, della paura, della vita, di yoga, di animali, di scrittura… Leggeva i nostri temi e i nostri racconti con vero interesse e vera passione, pura curiosità e sincera fame di informazione, sincera curiosità di scoprire cosa avessero partorito i suoi studenti. Non troveró mai piú nessuno come lei, ho imparato molto più da lei in 3 anni che in undici anni di scuola. È stata la prima a sostenere la mia idea di entrare nel giornale, le inviavo le mie bozze e le mie idee e lei mi dava consigli, complimenti o articoli da cui informarmi. Lei é stata un punto di riferimento per ogni studente, un esempio, una spalla su cui poter contare SEMPRE, qualcuno da cui andare per un po’ di conforto. Lei continuava a ripetermi che nulla é per sempre, eppure per una volta pensavo che lei potesse esserlo, un per sempre.
Non avremo mai piú niente di tutto ció, perché lei é morta; é passata a ritirare le sue ali da angelo. Possiamo solo trovare conforto nel fatto che lei sará per sempre nella nostra memoria, nei nostri ricordi, in ogni corrodio della scuola, in ogni parola che scriveremo, in ogni cosa che faremo. Spero lei possa essere fiera di noi, prof!
“Prof, lei che scuola ha fatto?”
“Io ho fatto lo scientifico, ma se c’era una cosa che odiavo era italiano. Credo di non aver mai preso più di 6- in un tema”
“Peró ha fatto lettere.”
“Sì, perché non bisognava fare i temi. C’era solo la letteratura.”
“Quindi non sapeva cosa fare nella vita”
“Non ne avevo la minima idea. Ho semplicemente seguito la corrente”