Cosa fare quando qualcosa finisce

Nel film Avengers Endgame, Iron Man dice che la fine è parte del viaggio; e noi in quanto essere umani lo sappiamo bene. Ogni cosa finisce: un viaggio, un libro, una torta, un film, una giornata,  una relazione, il tempo a nostra disposizione, la nostra vita; ciò che auguro a tutti è di morire senza rimpianti. Eppure, nel presente, quando qualcosa finisce noi ci sentiamo persi, vuoti, senza alcuna certezza,: se finisce un’amicizia ci sentiamo abbandonati, se finisce una relazione ci sentiamo stupidi e abbandonati, se finisce un viaggio ci sentiamo malinconici e ci incolpiamo di non essercelo goduto abbastanza.

Cosa fare quando una relazione di qualsiasi tipo finisce? Soffrirci! Reprimere il dolore e sperare che passi serve solo a far aumentare ancora di più, il dolore stesso, se qualcosa finisce e noi ci stiamo male, non dobbiamo ignorare quel dolore, non dobbiamo fingere che non esista. Stare male emotivamente per qualcosa è OK, moltissime persone si scusano quando provano delle emozioni ma mai quando provano un male fisico come per esempio il mal di testa o il mal di stomaco. Se non ci scusiamo per il male alla testa allora perché dovremmo farlo per i nostri sentimenti?

Relazione finita, cuore spezzato.  Il nostro primo istinto è quello di urlare o di piangere o di prendere a pugni qualcuno: si può fare (ma vi prego non prendete a pugni i vostri fratelli/sorelle). Finita la fase della rabbia arriva il dolore, e qui entra in gioco ciò che in gergo medico viene chiamato “support sistem”, una serie di persone che ci aiutano a superare il dolore, che ci supportano in tutto il processo: dalle crisi di pianto agli insulti,  dai ricordi dolorosi ai pomeriggi infiniti spesi per revocare i bei momenti passati insieme. Chiamate il vostro support sistem (non deve essere per forza sempre lo stesso, certe persone sono più brave ad affrontare certe situazioni invece di altre) e parlate, non fate gli eroi tenendovi tutto dentro; potete mettere dei paletti: non ho bisogno di consiglio ma solo di sfogarmi, avrei bisogno che qualcuno mi dicesse cosa fare, opinione (anche dura) per sapere se ho fatto giusto o ho fatto un enorme casino. Affrontate la situazione come più preferite: mangiate, cucinate, fate una passeggiata, piangete, leggete, andate a correre, disegnate, pulite casa, fate sport, riorganizzate i vostri impegni, ponetevi dei nuovi obiettivi. Qualsiasi cosa, ma sappiate che, se per tornare alla normalità ci vuole poco, per guarire un cuore spezzato ci vuole molto tempo. Tempo che solo voi potete darvi, tempo che vi guarirà ma vi farà anche star peggio perché la guarigione viene ad ondate. Abbracciate il vostro dolore, crogiolatevi in esso e un giorno avrete voltato pagina senza neanche accorgervene. Sará la cosa più estenuante che abbiate mai fatto, perchè un cuore spezzato non ha una data di scadenza, resta lí fino a quando non accettiamo cosa é successo e decidiamo di andare avanti. Andare avanti non vuol dire aver per forza perdonato chi (o ció) che ci ha spezzato il cuore, vuol dire aver deciso cos’era meglio per noi ed averlo attuato.

Non mentirò: non sarà facile tornare alla normalità. Tutte quelle persone che sembrano senza problemi, senza dolore, senza quella sensazione di sentirsi stupidi e abbandonati, sembrano star bene. Ecco, non è detto che quelle persone stiano bene, c’è sempre qualcosa che qualcuno non ci dice, che magari non sa come dirci, o come affrontare. Non diamo mai per scontato il fatto che gli altri stiano tutti bene.

Tornare alla normalità non sarà facile perchè appena vi sembrerà di averlo superato ecco che la vostra mente rievoca quel ricordo che avevate sotterrato nei meandri della vostra memoria, un’odore che associate a un momento felice, ora doloroso; una voce che vi ricorda quella specifica persona. Non credete mai di averlo superato, perchè alcune cose ci si mette mesi per superarle. Prendetevi il vostro tempo, non fatevi mettere fretta da nessuno, non fatevi convincere a fare cose che non avete voglia di fare. Solo voi sapete qual è il momento migliore, per voi stessi, per tornare a fare tutto quello che facevate prima.

 

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