DAD: hacker in rete
Chi non ha mai cercato di saltare una verifica o un’interrogazione?
Siete in cerca di nuove modalità per “balzare” un compito in didattica a distanza?
Questo è il posto giusto per saperne di più!
Ebbene sì, esiste un modo per farlo anche grazie ai nostri fidati amici social. Ultimamente, gli utenti di Instagram e Telegram hanno trovato una soluzione tanto efficiente quanto banale per aiutarsi a vicenda.
Funziona così: si crea un gruppo su uno dei due social, si inizia ad invitare molta gente, così che ci possano essere più possibilità di successo, e solo successivamente si inoltrano i link delle lezioni a dei perfetti sconosciuti. Molto probabilmente (ma non per certo) qualcuno del gruppo accetterà la tua richiesta di aiuto e interverrà nel momento che più si desidera.
Ma attenzione, non è oro tutto quel che luccica! Perché qualcuno potrebbe accorgersene.
Già nel primo lockdown erano emersi comportamenti spiacevoli e nell’ultimo mese sono stati beccati i gregari della situazione.
Infatti, la Polizia di Stato di Genova, coordinata dalla Procura della Repubblica del Capoluogo ligure, ha concluso una complessa attività di indagine a carico di un gruppo di ragazzi che sono stati denunciati. Dopo mesi di impegnative indagini, i poliziotti sopra citati hanno ricostruito la struttura organizzativa del gruppo, individuando gli organizzatori ed amministratori identificando tre ragazzi, di cui uno minorenne, residenti nelle province di Milano e Messina, che facevano parte dei suddetti gruppi. Tutti gli indagati hanno subito ammesso le condotte contestate e ora dovranno rispondere dei reati di interruzione di pubblico servizio e accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico. Durante le perquisizioni, eseguite con l’ausilio del Compartimento Polizia Postale di Milano e della Sezione di Messina con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, sono stati sequestrati computer, tablet e smartphone che verranno analizzati dagli esperti della Postale per valutare la posizione degli altri giovani iscritti nelle chat utilizzate per disturbare le video-lezioni. Tra i messaggi che circolavano, erano anche presenti delle considerazioni sull’operato delle Forze dell’ordine: “Intanto la Polizia Postale non ha tempo da perdere nel cercare di trovarci”.
Questa è solo una delle possibili conseguenze che potrebbero verificarsi.
Il brivido del rischio di una plausibile condanna è emozionante, ma a vostro rischio e pericolo.