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Io, una siriana d’Italia

Dal 2011 una guerra imperversa in Siria, dilaniando il paese e provocando morti e disagi tra la popolazione. La causa? Una richiesta di libertà da parte della popolazione che contestò il governo reazionario di Bashar al-Assad. Durante questi anni molteplici fazioni sono scese in campo per rivendicare il territorio siriano. Come vivono la guerra i Siriani all’estero, che vedono distrutte le città affezionate ed i luoghi della loro infanzia? Il 23 gennaio 2020 abbiamo avuto il piacere, a questo proposito, di intervistare la professoressa Tarakji, un’insegnate di inglese siriana del liceo Domenico Berti.

1. Com’è arrivata in questo paese ?

In realtà ci sono nata. Nel 66 mio padre è venuto in questo paese per studiare, come facevano tutti i siriani. Ha studiato medicina all’università e, dopo che si è laureato, ha sposato mia madre e nel 75 si sono stabiliti definitivamente in Italia. Nel 1978 sono nata io. I miei genitori sono entrambi di Aleppo.

2. Si è mai sentita denigrata nel nostro paese per via della diversità culturale?

A dire la verità non sentivo particolarmente la differenza culturale, ma era il periodo pre-11 settembre e quindi non c’era tutta questa tensione verso gli immigrati musulmani. La situazione era molto diversa.

3. I suoi genitori le hanno mai parlato di come si vivesse sotto il regime di Assad ?

Beh i miei genitori mi hanno raccontato quello che vedevano e sentivano, ovviamente senza fare politica. Alla popolazione non era permesso, soprattutto alle donne. Comunque c’erano storie di amici di famiglia che avevano perso dei figli durante le proteste del 1982, ma tendenzialmente non si parlava mai di questi argomenti.

4. Come si è sentita quando ha capito che la Primavera Araba, che costituiva una speranza per la Siria, sarebbe stata la causa di una guerra civile?

A dire la verità, può essere brutto dirlo, ma io speravo ardentemente che i cittadini siriani non si ribellassero. Tutti mi dicevano che anche la Siria sarebbe insorta, ma io speravo che non sarebbe successo, perchè sapevo che il regime di Assad non avrebbe lasciato il fatto impunito. Le richieste di libertà erano fondate ma io ero certa che i ribelli non avessero abbastanza strumenti per contrastare uno governo così radicato ed organizzato come quello di Assad. Un’altra cosa certa è che la popolazione non si aspettasse una reazione così violenta da parte dell’Esercito Siriano. Nella guerra sviluppatasi in Siria c’è una forte ingerenza da parte delle potenze mondiali, che cercano di dilaniare il paese.

5. Il regime di Assad incarna i valori del socialismo?

Assolutamente no, il partito Ba’th si spaccia per socialista, ma persegue una politica diametralmente opposta a questa ideologia. Che io non condivida il socialismo in toto è un’altro discorso.

6. Ci può aiutare a capire quali siano le fazioni interne al grande schieramento dei Ribelli Siriani?

La fazione più grande è sicuramente l’Esercito Libero Siriano, nato effettivamente dal popolo per il popolo, che riunisce molti giovani che si schierano contro il regime. A volte l’ELS viene inglobato nelle milizie jihadiste, ma i veri musulmani non sono jihadisti, anzi, criticano il salafismo.

7. Come la pensa lei, in quanto donna musulmana, riguardo argomenti come l’aborto e l’omosessualità?

Islamicamente l’aborto è permesso, ma regolato da precise norme sociali che applicano la possibilità di praticarlo medicamente. Se, ad esempio, la gravidanza dovesse essere pericolosa per la vita della madre, l’aborto sarebbe certamente praticabile. Riguardo l’omosessualità credo che cose come il sesso e il piacere carnale debbano rimanere nella sfera privata, riguardando essi il rapporto tra il fedele e Dio. Nella società musulmana l’omosessualità è sconsigliata, ma è permesso cambiare sesso se ci si sente naturalmente propensi ad un genere piuttosto che ad un altro. Questi argomenti sono stati affrontati solo in questo periodo. Non direi che i gay sono discriminati, ma devono conservare la sessualità nella sfera privata, come è imposto agli eterosessuali.

8. Quando si ricorda di aver capito che la Siria sarebbe finita in guerra civile?

Il regime ha sempre limitato la libertà di parola, ma con Assad figlio pensavamo ad un’apertura economica. Prima della guerra la Siria era un paese molto sviluppato economicamente. Il dittatore è stato di larghe vedute solo da questo punto di vista. Non erano permesse le manifestazioni, ma è proprio per questo che non mi capacito di come la popolazione abbia dato per scontato il fatto di riuscire a rovesciare un regime così presente e radicato in tutto il paese come quello bathista di Siria. Erano famosi i racconti delle torture perpetrate nelle carceri nei confronti dei prigionieri politici, come le frustate sui piedi e sul corpo, oppure la pratica di appendere a testa in giù il condannato per poi flagellarlo. Mi ricordo che quando andavo ad Aleppo d’estate e visitavo casa di mia zia dovevo attraversare numerosi posti di blocco. Ognuno di essi era presidiato da dei militari muniti di mitra. Aleppo è sempre stata un centro governativo, oltre ad essere la città più popolosa e prolifica della Siria. Durante la Battaglia di Aleppo tutti gli schieramenti erano profondamente interessati alla conquista della città, infatti gli scontri sono stati combattuti quartiere per quartiere. In questa guerra i civili muoiono senza sapere quali sono gli schieramenti in campo. Io ho perso un cugino di 11 anni, che venne ucciso da un missile dell’ELS. L’esplosione fu una risposta ad un attacco lanciato dalle truppe filo-bahatiste. Questo avvenimento non ha minato il mio parteggiamento per l’Esercito Libero.

9. Lei sarebbe favorevole alla nascita di uno stato curdo in Medio Oriente?

Secondo me è normale che i Curdi rivendichino un proprio stato; ma a che prezzo? Tutti meritano di essere difesi, ma la lotta curda non deve essere più sentita di altre, essendo quest’ultime di peso eguale ad essa. I curdi cambiano i nomi alle città. Kobane prima si chiamava Ayn al-Arab (L’Occhio degli Arabi). Io non approvo i massacri nei confronti dei curdi, assolutamente, me è inevitabile che se un paese si sente violato nei confini attacca. Nel caso della Turchia è ancora un altro discorso: è vero che Erdogan è un dittatore, ma la popolazione appoggia molto la sua politica islamica che, dopo il laicismo ataturkiano, consiste in una singolarità politica. I metodi di Erdogan non sono dei migliori, nonostante la Turchia abbia accolto moltissimi profughi siriani.

10. Crede che l’Occidente abbia delle responsabilità riguardo alla guerra in Siria?

Certamente l’Occidente ha delle responsabilità, ma in Siria la convivenza tra etnie e religioni è sempre stata alla base della società. Mia madre è persino andata a scuola dalle suore, dove ha imparato a parlare francese, inoltre era un rito andare a comprare i vestiti nei quartieri cristiani e i gioielli dagli armeni. Anche nella nascita dell’ISIS l’Occidente ha giocato un ruolo importante, essendo la guerra portata avanti da grandi potenze a scapito del popolo siriano.

11. In politica lei si ritiene Conservatrice o Progressista?

Dipende cosa si intende per Conservatrice o Progressista. Diciamo che io sostengo il sunnismo tradizionale, non salafita , basato sul rapporto spirituale e personale tra il fedele e Dio.

12. In Siria vorrebbe uno stato laico o islamico?

In Siria c’è già uno stato laico, io ho anche delle cugine che non portano il velo. Il vero bisogno del mio paese d’origine è quello di un governo che si interessi del popolo.

13. In un paese crede sia più giusta la giustizia sociale o la conservazione dei confini e delle tradizioni?

Diciamo che la giustizia sociale è fondamentale perchè le persone non minino i confini e i valori nazionali.

14. Ha lasciato degli affetti in Siria?

Sì, in Siria ma non solo: anche in Turchia, Germania, Svezia ed Egitto.

15. Sente che sono al sicuro?

Assolutamente non sono al sicuro dagli scontri a fuoco. Proprio l’altra settimana il quartiere di mia zia è stato bombardato per stanare dei membri dell’ELS. Sono morte dieci persone.

16. Si augura di poter tornare in una Aleppo sicura?

E’ il mio sogno

 

 

 

Risultati immagini per bandiere guerra in siria

Bandiera dei Ribelli Siriani

Risultati immagini per bandiere guerra in siria

Bandiera della Siria Baathista

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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