La storia di Vito: ucciso dall’edilizia scolastica

Vito Scafidi era un ragazzo di diciassette anni, la cui vita è stata strappata improvvisamente, per colpa della negligenza, del menefreghismo  e della distrazione di chi, non ha saputo svolgere appieno il proprio lavoro.

Erano le 11.05 del 22 Novembre 2008 quando al liceo scientifico Darwin di Rivoli, una folata di vento ha  fatto sbattere bruscamente la porta della 4b, determinando con il crollo del controsoffitto la morte di Vito. Un controsoffitto composto da macerie e tubature in ghisa. La madre di Vito ci  racconta che per non togliere quelle tubature e mettere in sicurezza quel controsoffitto hanno risparmiato cinquecento euro, e per quei cinquecento euro Vito non c’è più. Si parlava di fatalità,, volevano dare la colpa al vento come la davano ai terremoti ma  Cinzia, la mamma di Vito, non si è arresa. Non si è fermata al primo verdetto dove su sette persone imputate solo  una è stata dichiarata responsabile, non si è fermata quando le sono stati offerti 1,5 milioni di euro per far finire questa  storia. Cinzia non si è fatta tappare la bocca ed è arrivata  fino alla cassazione, dove su  sette accusati sei sono stati dichiarati colpevoli.

I genitori, ci lasciano a scuola pensando, che per le prossime sei ore, sarà il posto più sicuro al mondo, dove l’unico rischio che dovremmo correre è l’interrogazione a sorpresa. La scuola è  il luogo dove il governo dovrebbe  investire più risorse possibili e non fare tagli. Nelle scuole ci siamo noi ragazzi: il futuro.

” Dopo tutte le tragedie che sono avvenute credo che le nuove generazione siano molto più attente di noi adulti, dobbiamo solo dargli ascolto” cit. Cinzia

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