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L’Esodo degli ultimi verso un’Europa cinica

”Migranti al confine turco. La Grecia chiude i confini”

In questa affermazione non troviamo niente di nuovo: è solo l’ennesima migrazione di qualche gruppo di ”disperati” che cerca di raggiungere l’Europa, che ancora una volta gli ha voltato le spalle. Questa volta non è il solito il meccanismo. Centinaia di migranti siriani e afghani sono stati accolti dalla Turchia e poi aiutati dal governo di Erdogan ad avvicinarsi al confine greco. La Grecia ha ovviamente respinto i migranti con filo spinato e lacrimogeni, facendo sprofondare la situazione in una spirale di violenza. Dopo le ennesime tensioni tra la polizia e gli esuli sono scoppiati i primi scontri, mentre sul web imperversava una tempesta di foto, video e commenti a favore o contro i questi ultimi. Alcune immagini sono ormai diventate iconiche dell’immigrazione e della tragedia mediterranea, come quella che ritrae la bambina che si arrende alla fotocamera dei giornalisti, scambiandola per un fucile.

”Giornalisti e migranti aggrediti a Lesbo”

Proprio la libertà d’informazione e la presenza di giornalisti a Lesbo ha irritato particolarmente alcuni militanti di Alba Dorata, il partito neofascista greco. Le violenze sarebbero partite pochi giorni dopo i primi sbarchi, quando i giornalisti filmarono la polizia greca e gli abitanti dell’isola intenti a danneggiare e allontanare un gommone carico di famiglie siriane, appena uscito dalle acque turche. Fece il giro del mondo il filmato del giornalista preso a calci mentre cercava di rialzarsi, colpito dalla violenza dei fascisti, che hanno anche danneggiato la sua attrezzatura e gettato la sua telecamera nelle acque del porto di Mitilene. Non soltanto gli esuli hanno dovuto affrontare l’ascesa delle violenze in Siria e in Afghanistan, ma hanno anche provato sulla propria pelle l’insicurezza costante in Turchia e, infine, il razzismo ed i maltrattamenti in Grecia. L’Europa dei confini mostra ancora una volta la sua inadeguatezza a gestire l’emergenza umanitaria dell’immigrazione.

”Greci come i nazisti”

Quest’affermazione provocatoria sarebbe provenuta dal maggior esponente del governo e del conservatorismo turco, Recep Tayyip Erdogan, che accusa i greci di violazione dei diritti umani e di maltrattamenti dei migranti. Il presidente turco sembra però ignorare la sua pressione sui migranti che sono stati metaforicamente ”spinti” al confine greco. Fortunatamente la pressione giocata sull’europa dalla costante circolazione di informazione ha dato i suoi frutti.Alcuni tra i paesi meno colpiti dall’epidemia di covid-19 ( Germania e Croazia) si sono dati disponibili ad accogliere 1500 bambini siriani, detenuti nei campi di concentramento di Lesbo e dei confini greco-turchi.

”In Grecia campi segreti per l’espulsione dei migranti”

Dopo il danno anche la beffa, verrebbe da dire. Non solo i migranti sono stati maltrattati e attaccati da militari e da picchiatori razzisti, ma dallo stesst stato greco, il cui governo è composto interamente dal partito conservatore liberale Nuova Democrazia. Gli inviati europei hanno infatti scoperto un campo di censimento che, dopo aver accolto i migranti nel confine greco, proibisce loro di fare la richiesta del diritto di asilo all’Unione Europea. Questo non va solo contro il senso civile di ognuno, ma direttamente contro la Carta dei Diritti dell’Uomo, che si vede calpestata da un paese membro dell’ONU e dell’Unione Europea.

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