Politically correct: da che parte stare
“Non ne possiamo più della dittatura del politically correct“.
Si sente spesso dire quando alcuni personaggi protestano in nome della difesa della parità di genere, per denunciare personaggi o opere del passato, portatori di elementi discriminatori verso questa o quella minorità, oggi protetta. È vero che ogni tanto la denuncia di elementi discriminatori, presenti ancora oggi, sfocia in alcuni deliziosi o talvolta estremisti paradossi al limite del ridicolo. Noto però che la frase citata in apertura serve troppo sovente da grimaldello per intavolare discorsi reazionari.
Questi ultimi si appoggiano sui paradossi derivati dal conflitto permanente tra la difesa della libertà di parola e di espressione e la difesa delle minoranze presenti nella società. Per esempio, è ampiamente riconosciuta una libertà di espressione pressoché assoluta alla satira, anche se questa dovesse insultare minoranze religiose, tipo l’Islam (Charlie Hebdo) o anche quelle maggioritarie come il cristianesimo, i cui rappresentanti accusano di cristianofobia i media “mainstream”. Inoltre è anche vero che i propositi razzisti, xenofobi o omofobi devono essere sanzionati, privilegiando la difesa delle categorie colpite da possibile discriminazione.
Mi chiedo quindi se non si debbano distinguere due “politically correct”.
Il primo sarebbe il politically correct dal punto di vista del concetto, il “politically correct in sé”. Il secondo è il politically correct che ha un contenuto ben preciso, il “politically correct contingente”. Il dilemma è quindi se combattere sempre e comunque il conformismo di una data epoca, in nome della libertà di espressione, oppure combattere le idee che riteniamo ingiuste, fossero anche difese da una sparuta minoranza.
Scelgo sempre il politically incorrect, oppure i valori che reputo importanti anche quando fanno parte del politically correct? Di fronte all’avanzare della civilizzazione, dei suoi valori inclusivi, del rispetto per tutti gli individui, dell’identità di genere o dell’orientamento sessuale, della loro etnia o religione; Io difendo tutti, tranne quelli che vogliono solo difendere se stessi.
Allora sì, io difenderò sempre “questo” politically correct.
E voi da che parte state?