Pulizie di Primavera- La P2 e la primavera dell’81

Quando sentiamo il termine ‘’massoneria’’ tutti pensiamo a un gruppo di intellettuali che si riuniscono in pittoresche città europee e cospirano contro le autorità, come fu per i carbonari, uomini anarchici che tramavano colpi di stato per abbattere la Chiesa e la monarchia. Non tutti invece conoscono, e conoscevano, un altro tipo di organizzazione segreta altrettanto nascosta ma con obiettivi ben diversi. La famigerata P2 (Propaganda 2) mirava infatti a svuotare dall’interno la democrazia repubblicana e a bloccare l’ascesa dei progressisti e del Partito Comunista Italiano, discioltosi poi nel 1991. Per comprendere la matrice della loggia, si deve tornare un po’ indietro negli anni. Licio Gelli, fervente fascista, volontario per la Confederazione delle Destre Spagnole e per Franco nella Guerra di Spagna, repubblichino di Salò e poi doppiogiochista a favore degli americani, dopo la guerra organizza sulle macerie del fascismo una nuova organizzazione criminale che si nascose nei meandri delle istituzioni e delle aziende e che, come un parassita, si alimentava tenendo in vita i suoi ospiti con un marcio mangime da lui creato.

Quando un’azienda privata o statale di grande rilevanza rischiava il fallimento, Gelli proponeva ai suoi proprietari di entrare nella P2 in cambio di un sostentamento continuo che li rendeva dei burattini nelle sue mani, obbligati a versare liquidi anche per i confratelli, sempre proprietari di imprese o detentori di cariche istituzionali. Gli imprenditori erano comunque già vicini a questi ambienti massonici e ultra-conservatori.

Così Gelli, proprietario dell’azienda di materassi Permaflex, ha inglobato nei nuclei della P2 anche i vertici del Gruppo Rizzoli, di Monte Paschi di Siena, di Banca Popolare dell’Etruria e persino del Corriere della Sera e della Magistratura di Stato. Il vicepresidente del Csm (Consiglio Superiore di Magistratura) figurava infatti tra gli iscritti, così come altri illustri nomi come quello di Craxi, di Maurizio Costanzo, e di altri innumerevoli membri dei servizi segreti e personaggi politici.

Il 17 marzo ’81, data simbolica dell’Unità e in seguito della possibilità di mantenere intatta la democrazia, una volante della Guardia di Finanza guidata dal maresciallo Francesco Carluccio irruppe nella famosa casa di Gelli di Castiglion Fibocchi, Willa Wanda. Lì furono trovati i fascicoli relativi alle collusioni con le aziende e lo stato, insieme ai nomi dei 962 iscritti alla P2.

La notte tra il 24 e il 25 il Presidente del Consiglio Forlani, ai tempi della Democrazia Cristiana, venne allertato di cose che, almeno in parte, già sapeva. Ministri e collaboratori, facenti parte del triangolo centrista che per mezzo secolo ha governato il paese: Democrazia Cristiana, Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Democratico Italiano. La P2 legava le coalizioni centriste con il Movimento Sociale Italiano, il braccio politico neofascista in parlamento, oltre che con i terroristi di destra e la mafia.

Dopo un tentativo del governo di insabbiare la crescente fuga d’informazioni, la presidente della Camera Nilde Iotti (Partito Comunista Italiano) creò una commissione parlamentare presieduta da Tina Anselmi per sgominare la piovra massonica dalle istituzioni. La scelta della presidente fu di grande valore, poiché non solo la Anselmi aveva combattuto nella Resistenza come lei, ma faceva parte della branca di progressisti laici presenti nella DC disponibili ad una collaborazione strutturale con il PCI. Da questa base si partì poi per costruire le fondamenta delle coalizioni progressiste del futuro (Progressisti, Uniti nell’Ulivo, L’Unione ecc). Ironico che la P2, organizzazione formata da soli uomini, abbia subito il suo più pericoloso attacco da due donne.

Dopo tremendi tentativi di depistaggio il processo si concluse nel 1998, 17 anni dopo la scoperta dei fascicoli di Willa Wanda, con la condanna di 4 persone, tra cui Gelli, da un minimo di 8 a un massimo di 12 anni di pena. Solo quattro condannati su 962 affiliati. Nomi fondamentali sono poi stati resi intoccabili, come quello dell’ex-presidente del consiglio Silvio Berlusconi, ma persino i condannati tornarono alla vita di prima grazie ai depistaggi che non permisero di disporre di abbastanza materiale per essere imputati di attentato alla repubblica, nonostante molti anni in seguito Gelli fu accusato di aver sovvenzionato la Strage di Bologna, di cui in seguito è stata appurata la veridicità. Il ricordo di questa curiosa e parassitica organizzazione ci aiuta a capire ancora oggi come la corruzione e gli insabbiamenti possano svuotare gli stati dal loro interno modificando i principi su cui si basano. La trasparenza mancata degli anni passati ha rischiato di trasformarsi in una minaccia più oscurantista e violenta di quanto pensiamo. Un crocevia di interessi occulto tesse ancora le sue trame sotto i nostri occhi. Sta a noi dare l’ultima passata di straccio, scrostare la corruzione dai vetri dei palazzi dove vengono prese le decisioni, per entrarvici ed impegnarci per la nostra democrazia

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