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Torino è Sardina-10 dicembre 2019

Il sole tramonta a Torino, il 10 dicembre 2019, come tutte le sere; ma questa volta nell’aria c’è qualcosa di diverso. Nel capoluogo piemontese in questo giorno si riuniscono le Sardine, movimento che tutti noi abbiamo imparato a conoscere da quando l’Emilia Romagna e la Toscana hanno risposto al grido che accompagna le scie di Modena e Bologna, un grido antifascista, di sinistra e antirazzista che si identifica nei principali valori che definiscono le opinioni della Sinistra italiana: progressismo, egualitarismo, socialdemocrazia ed ambientalismo. Le previsioni lasciano a desiderare rispetto al sentimento dei partecipanti: solo seimila Sardine. Invece, verso le 20:00 arriva dagli osservatori una notizia: 35 mila persone si sono riunite sotto il sigillo di ”Torino si Slega”. Le vie affluenti di Piazza Castello sono gremite di manifestanti che cercano di raggiungere il punto di raccolta per far sentire la loro voce. Arrivati nella piazza si è disorientati, la folla è tanta e vogliosa di cominciare. Gli organizzatori, dopo aver aspettato che la piazza si riempisse, iniziano il loro lungo e appassionato discorso. Non vola una mosca, tutti sono ansiosi di sapere cosa diranno i presentatori ed i partecipanti delle varie delegazioni ( A.N.P.I., Pastorale Migranti). Dopo l’introduzione di Paolo Ranzani, un’appassionata Bella Ciao a bocca chiusa e in versione originale pone le discussioni dei temi della serata. Durante la manifestazione sono emersi tanti diversi punti di confronto:

  • La mancanza di un dialogo politico pacifico e di uno stesso linguaggio nelle istituzioni politiche che miri al confronto e non all’umiliazione dell’avversario e alla mera propaganda basata sull’ingordigia elettorale
  • L’impossibilità di sopportare altre politiche di odio che le destre italiane usano come baluardo e che,  tra l’altro, donano ai partiti conservatori la fetta maggiore dei consensi
  • La mancanza di un’unità eterogenea che contrasti le discriminazioni sociali, razziali e religiose che ha portato alla nascita delle Sardine
  • Il necessario coinvolgimento dei giovani in politica, che danno un impatto maggiore alle ideologie di sinistra essendo di opinione progressista e capaci di riscoprire nella quotidianità la bellezza del mondo politico
  • La propaganda ossessiva che, mediante i social media, rischia di minare definitivamente la serietà della scena politica del paese
  • La centralità delle ideologie con cui si identificano le Sardine della città di Torino, essendo la parola ”Libertà” sempre stata di grande peso nella nostra bella Turin, che ha lottato per l’Unità d’Italia e per la Liberazione dalla dittatura fascista. Durante il suo discorso Vittorio, il nostro amico partigiano, ha urlato a gran voce mettendo in guardia chiunque abbia qualcosa in contrario:”Torino è Antifascista e lo resterà per sempre”
  • La necessità di scendere in piazza per dire ”No” ad una destra xenofoba e conservatrice e ad una sinistra troppo remissiva e divisa
  • L’integrazione. Concetto che, secondo il prete Fedro Olivero, è strano che nel 2019 sia ancora difficile da mandare giù insieme a uguaglianza e importanza delle persone.
  • Critiche al militarismo e alle armi, argomentate sempre dal nostro Fedro
  • Falsità di un leader politico di destra, colui che ha guidato il precedente governo, che nella sua arroganza utilizza la frase ”Prima gli Italiani” a suo favore e includendo solo i ”suoi” italiani, ma che poi ha tralasciato con menefreghismo i due dolorosissimi casi di Giulio Regeni ( morto in Egitto) e Silvia Romano (rapita in Kenya)
  • Ius Soli, essendo milioni di ragazzi emarginati dal sistema italiano perchè privi di cittadinanza

In conclusione: la manifestazione delle sardine di Torino è stata forse una delle più sentite in Italia e, avendo la città una radicata tradizione di sinistra, l’atmosfera di questa ”sardinata” rimarrà nell’aria per molto tempo.

 

”Ogni cosa sembra impossibile finchè non viene realizzata”

-Nelson Mandela

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