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UN FESTIVAL CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

 

 

 

  A VOLTE SI SPACCIA  PER AMORE QUELLA CHE IN REALTÀ È SOLO POSSESSIONE

               

La settantesima edizione del festival di Sanremo si è da poco conclusa. Primo rodeo per Amadeus che l’ha condotto in modo magistrale, circondato da donne fantastiche e con ospiti uno più bravo dell’altro: Zucchero, Roberto Benigni, Lewis Capaldi, Dua Lipa, i Ricchi e poveri per la prima volta dopo quasi quarant’anni di nuovo insieme, Ghali, Al Bano e Romina Power.  Ospite fisso di tutte le serate, Tiziano Ferro; che ha incantato il pubblico con le sue  magnifiche canzoni.

Fiorello, braccio destro di Amadeus in questa edizione, ha intrattenuto il pubblico con i più svariati travestimenti, dalla parrucca di Maria De Filippi, alla tonaca di Don Matteo alla testa di coniglio del programma, anch’esso da poco concluso, Il Cantante Mascherato;  i due amici hanno fatto il record d’ascolti più alto dal lontano 2002. Nonostante molti si siano lamentanti per la lunghezza eccessiva di questo Festival (molte volte finito dopo le due di notte) è stato considerato un successone.

La musica è stata anche molto d’aiuto per introdurre temi più delicati, come per esempio il tema sulla violenza sulle donne. Emma Marrone, Elisa, Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Alessandra Amoroso, Gianna Nannini e Giorgia sono salite tutte insieme sul palco di Sanremo per dire basta alla violenza sulle donne e per invitare tutti al loro concerto di beneficenza di settembre, il cui ricavato verrà donato alle case d’accoglienza per donne maltrattate. Con il loro slogan,  titolo anche del loro concerto, Una Nessuna e Centomila vogliono lanciare un messaggio: -Una perché una donna che combatte in fondo lo fa per tutte, Nessuna perché nessuna donna deve più essere maltrattata e Centomila perché sono le persone che speriamo vengano al nostro grande concerto di settembre-, così spiegano il loro slogan sul palco dell’Ariston.

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Anche la giornalista e scrittrice palestinese, Jula Rebreal ha avuto un ruolo importante in questo festival con il suo monologo sull’ importanza di non deridere le donne vittime di violenze sessuali. Nel suo commovente discorso ha raccontato la storia di sua madre, vittima di violenze per tutta l’infanzia, di come si sia suicidata e di come il sistema l’abbia costretta al silenzio. “Nell’ottanta per cento dei casi, il carnefice ha le chiavi di casa. Anche l’uomo che ha stuprato mia madre aveva le chiavi di casa”, la Jebreal lancia un messaggio molto forte sul palco di Sanremo e ricorda a tutte le donne che non hanno nessuna colpa. Mentre agli uomini chiede comprensione, chiede di lasciar essere le donne quello che vogliono: madri, casalinghe o donne in carriera. Chiede anche a tutti di non stare in silenzio davanti alle violenze, e di non domandare mai più a una donna che è stata stuprata come era vestita quella notte. Così termina il suo monologo la Jebreal, un monologo che si spera abbia aperto gli occhi della gente e che sottolinea l’importanza di non reprimere e di non soffocare le denunce di stupro e di violenza da parte delle donne. “Noi non saremo mai più un accessorio, una cuoca, una vittima. Noi donne vogliamo essere libere e nessuno può toglierci questo diritto”

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Una persona che ha ripreso questo tema è stata la cantante delle nuove proposte Tecla con la canzone 8 marzo. Una canzone che parla della vera forza delle donne e che dice che non basta un solo giorno per ricordarsi delle donne (l’otto marzo appunto), ma che andrebbero ricordate sempre con o senza fiori, con o senza la scusante di una festa. Una forza inumana quella delle donne, che riescono a rinascere dopo una violenza e che riescono a trovare la forza di denunciare nonostante la paura.

Un festival che celebra le donne in tutta la loro bellezza, che ricorda loro che non sono sole e che possono chiedere aiuto sempre.

 

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