Ragazzaccio

Paolo Ruffini ci riporta nel periodo oscuro della quarantena ricordandoci qualcosa che non è stata lasciata del tutto alle spalle. Interessante l’esordio dell’attore Alessandro Tigni. Mattia è il modello di cattivo ragazzo a cui pesa la situazione scolastica e familiare che con l’arrivo della quarantena peggiora ancora di più. Allo stesso tempo, è proprio in questo periodo che Mattia potrà rinascere come persona, grazie a un’inaspettata amicizia e un possibile amore.

Questo film fa notare come il lockdown abbia incrementato statisticamente molti aspetti sociali negativi, dalla violenza sulle donne al revenge porn (anche se non dovrebbe essere più definito così); mette inoltre in risalto come l’Italia sia indietro su altri aspetti socio-economici, ad esempio la scuola.

Ogni attore del film ha nel complesso una recitazione gradevole: Fiorello interpreta il modello di professore aperto e sensibile con gli studenti, mentre l’esordio recitativo di Alessandro Tigni (che non mi dispiacerebbe rivedere in sala) è scintillante nei momenti duri ma un po’ meno convincente nei momenti più tristi.

La sceneggiatura risulta a tratti stereotipata ma nel complesso funziona, facendo capire bene il messaggio del film: la felicità può avere forme semplici o complesse, che bisogna saper sfruttare ogni giorno della propria vita assieme alle persone a cui tieni.

Voto: 8/10

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