Coronavirus: psicosi o reale pericolo?
Sono ormai un paio di giorni che il coronavirus ha cominciato ad essere sulla bocca di tutti gli italiani, sopratutto del nord, e la nostra regolare vita è stata spezzata dall’entrata di questo virus.
Poco dopo l’istituzione delle zone rosse (Codogno, Castelgerundo e altre ancora) la gente ha cominciato velocemente questa corsa per accaparrarsi disinfettanti vari, amuchina in primis, mascherine e alimentari di ogni tipo, tutto per paura di un possibile contagio e di finire in quarantena.
In poco tempo i supermercati si sono letteralmente svuotati e in giro per le strade c’è sempre meno affluenza, la gente ha paura.
La situazione di un supermercato dopo gli “assalti” delle persone.
Bisogna però parlare anche dei prezzi spropositati dei disinfettanti e delle mascherine che hanno raggiunto. Ad esempio l’Amuchina da 80 ml, che normalmente si trova in commercio a circa 3 euro, viene venduta sul web a 22,5 euro a confezione, con un aumento del +650%. Per non parlare delle mascherine, alcune vengono vendute su internet a prezzi sbalorditivi.
Avere paura è normale, è un sentimento che ci mette in guardia e in teoria dovrebbe renderci persone razionali, ma evidentemente non è così: le razzie dei supermercati, il rinchiudersi dentro casa e l’odio verso le persone cinesi non sono comportamenti razionali.
La paura è altrettanto contagiosa, se poi alimentata da una sovraesposizione mediatica, la sua influenza aumenta ancora di più. Noi tutti siamo vittime dell’informazione e viviamo in una società che ha paura e che, pur di difendersi, associa il problema allo straniero (com’era già successo con l’AIDS tra l’altro) e in alcuni casi non si limita solo alle parole.
Riguardo alle precauzioni prese sono d’accordo: annullare fiere, carnevali (quello di Ivrea e di Venezia) e chiudere i posti con una grande concentrazione di persone, anche se può dispiacere e da un lato l’economia ne risente parecchio, è la soluzione più logica per ridurre i contagi.
Tuttavia bisogna anche guardare in faccia la realtà, i morti di coronavirus erano tutte persone molto anziane e già delibitate da altre malattie, per noi adolescenti il tasso di mortalità si aggira tra lo 0,2% e lo 0,5%, mentre per i nostri genitori (fascia di età dai 40 ai 50 circa) il rischio è dell’1,2%. È vero che la situazione non deve essere presa sottogamba o banalizzata; occorre però evitare comportamenti irrazionali, il tasso di mortalità è davvero minimo, c’è davvero il bisogno di svaligiare supermercati e chiudersi in casa?
Tra l’altro i disinfettanti sono utili solo se contengono una base alcolica tra il 60% e il 95%, ma anche in questo caso non uccidono tutti i batteri. La soluzione migliore rimane sempre lavarsi le mani con acqua e sapone.