E pluribus unum.
“Da molti, uno.” Il motto degli incrollabili Stati Uniti, che però, ultimamente, tanto incrollabili non sono più. Uno stato che è diventato leggenda e nel quale tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo desiderato vivere.
Ma saranno così incredibili come li immaginiamo? Certo, per chi possiede i soldi, sono un paradiso terrestre. Ma per gli altri?
Sono accadute diverse cose dal 2016, ovvero da quando Donald Trump si è insidiato nella Casa Bianca al posto di Barack Obama; il quale aveva tentato di rendere il suo Paese alla portata di tutti, compreso chi non aveva la possibilità di affrontare grandi spese, come ad esempio quelle sanitarie.
Facciamo un salto indietro nel tempo e ripercorriamo i passi degli US proprio da quell’anno, ovvero il 2016, primo anno di presidenza di Donald Trump, per cercare di capire come mai in America siano nati così tanti problemi e da dove.
2016.
10 novembre: Donald Trump vince le elezioni. La sua avversaria, Hillary Clinton, viene sconfitta. Il motto di Trump era: “Make America great again.” Stephen Hawking, definisce la sua popolarità: “Più imperscrutabile dei misteri sull’origine dell’universo”. Durante il suo primo discorso, si rivolse ai democratici dicendo: “È ora di unirci e superare le divisioni.” Come però vedremo, questo non sempre è avvenuto.
2017.
20 gennaio: diventa ufficialmente il quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti. È il presidente più anziano nella Storia superando Ronald Reagan.
25 gennaio: firma l’ordine esecutivo per dare il via alla costruzione del muro del Messico. Come sappiamo, questo provvedimento costerà la vita a moltissime persone innocenti in cerca di salvezza.
7 marzo: i rapporti con la Corea del Nord diventano particolarmente tesi, per colpa di qualche tweet decisamente provocatorio nei confronti del dittatore.
24 marzo: l’Obamacare, (programma che garantiva agli americani un’assicurazione sanitaria istituito da Barack Obama), resiste; la Trumpcare non verrà mai messa in porto.
Il 2017 termina con i rapporti tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti molto tesi e qualche altro colpo di scena, come il Russiagate, inchiesta condotta per capire se la Russia avesse in qualche modo influenzato i voti a favore di Trump, che si concluderà con nulla di fatto.
2018.
8 marzo: Trump impone i dazi sull’acciaio e l’alluminio alla Cina.
9 maggio: USA e Cina sembrano giungere ad un accordo.
10 maggio: riprendono le ostilità.
2 ottobre: Trump riscrive il Nafta (North America Free Trade Agreement; accordo americano tra USA, Canada e Messico).
25 novembre: sale la tensione fra USA e Messico, specie sulla questione migranti.
1° dicembre: ci sarà una tregua con la guerra dei dazi.
Nel 2018 ricordiamo la nascita del #MeToo dopo lo scandalo sulle molestie sessuali di Harvey Wenstein, che sarà il fulcro di polemiche negli anni futuri da parte di molti uomini facoltosi ed esempio per le donne di tutto il mondo.
2019.
10 maggio: riprendono le ostilità con la Cina.
18 giugno: Donald Trump annuncia formalmente che si ricandiderà le prossime elezioni.
20 giugno: il Presidente blocca un attacco aereo contro l’Iran.
30 giugno, Singapore: incontro storico tra Kim Jong- un leader nord coreano e Donald Trump.
13 agosto: il governo americano rinvia l’aumento dazi cinesi al 15 dicembre.
5 ottobre: Donald Trump esprime il suo disappunto per l’#MeToo dopo esser stato denunciato per la sedicesima volta di molestie, questa volta da Elizabeth Jean Carroll.
12 ottobre: Melania Trump, First Lady, esprime le sue perplessità sul movimento #MeToo affermando che per accusare un uomo ci sia bisogno di prove schiaccianti.
18 dicembre: Trump subisce l’impeachment.
2020.
30 gennaio: causa Covid 19, il presidente chiude i voli con la Cina poi con l’Unione europea.
28 maggio: inizio delle proteste in tutti gli Stati Uniti contro la violenza e la discriminazione degli afroamericani e delle minoranze etniche. Il movimento prende il nome di “Black Lives Matter”, largamente pacifico eccetto qualche caso, degenerato nella notte.
2 giugno: Trump invia poliziotti a sgombrare i manifestanti.
29 settembre: il Presidente affronta in tv Joe Biden, suo avversario per la corsa alle presidenziali, nel più brutto dibattito della storia, come viene apostrofato da numerosi giornalisti.
2 ottobre: Trump e sua moglie Melania risultano positivi al Corona Virus.
11 ottobre: Donald Trump esce dal ricovero.
3 novembre: gli americani sono chiamati al voto, per decidere chi sarà il prossimo Presidente.
Il 2020 non è ancora finito; quest’anno più degli altri dobbiamo vivere giorno per giorno, ma le novità che ci hanno sorpresi ci portano a chiederci una cosa: perché i cittadini americani hanno scelto proprio quest’uomo che li rappresentasse? L’hanno scelto veramente loro? In tutta sincerità, non so come affrontare la questione. So che, purtroppo, qualche volta i soldi prendono il sopravvento e tendono a bianchettare i valori etici. Io però continuo, nella mia ignoranza, a non capire come un assegno possa valere più della vita di una persona morta di Covid, magari che aveva la mia età. Continuo a non capire come si possa anche solo ritenere un essere umano inferiore a noi, quando di diverso non ha nulla se non il colore della pelle o l’etnia d’origine. Martin Luther King ha avuto un sogno, ma io ora vedo solo un incubo. Un mondo nel quale si maltrattano i propri simili e poi si ha paura ad ammetterlo o non si appoggiano le persone bisognose, solo per paura di perdere la propria posizione; non è una società, ma una giungla. Ci vantiamo di essere migliori, di saper risolvere tutte le situazioni critiche e poi, in momenti di bisogno o apparentemente inutili, sappiamo solo guardare il nostro portafoglio. Almeno gli animali eleggono tra di loro il più forte, colui che ha più esperienza e non si lascia influenzare facilmente dagli altri. Noi invece, oramai, stiamo perdendo il buon senso di pensare con la nostra testa. Questo è il risultato. Uno Stato così potente in ginocchio. “La forza del branco in ciascun lupo sta, la forza del lupo nel branco sarà.”