Essere in copertina non vuol dire essere famosi.
Anche quest’anno, come tutti gli anni, il giornale americano ‘Time’ ha assegnato il suo premio come persona dell’anno. Quest’ anno, però, è successo qualcosa di diverso. La persona dell’anno non è una, ma sono cinque. Cinque donne. Cinque donne che hanno fatto sentire le loro voci e che per questo sono state chiamate ‘Silent Breakers’ ovvero coloro che sono riuscite a spezzare quel silenzio che come una bolla si era formato intorno ad alcuni argomenti e che ormai era diventato insopportabile. Sono donne che si sono fatte avanti, non hanno avuto paura e hanno aiutato tante altre e altri che come loro avevano vissuto l’esperienza di una molestia sessuale. Hanno lanciato l’hashtag #metoo che in poco tempo è diventato un fenomeno globale. Migliaia di persone hanno raccontato la loro storia al mondo e condividendolo sui social hanno fatto sentire meno sole coloro che prima pensavano di esserlo. Alcuni lo definiscono il movimento social più veloce degli ultimi anni. Sono persone diverse tra di loro, si distinguono per sesso, nazionalità, religione, lavoro e classe sociale. Eppure hanno tutte un’esperienza in comune che li ha segnate in un modo o nell’altro. Li può aver resi più forti o più deboli. Di sicuro le donne di cui parliamo noi hanno preso quelle brutte sensazioni, le hanno accartocciate in un angolo del loro cervello, ci hanno pensato sopra, le hanno riprese e hanno deciso di usarle come arma contro chi si era approfittato di loro. Ci sono riuscite? Certo.
Ahley Judd, una delle prime a denunciare il produttore americano Weinstein, Susan Fowler, ingegnere che ha fatto licenziare il suo capo dopo le molestie che aveva subito sul lavoro, Adama Iwu che ha fatto un sito per le denunce di molestie in politica e nel mondo del lavoro, la reginetta pop Taylor Swift che dopo 4 anni è riuscita ad ottenere la condanna per il dj David Mueller. Infine,quella meno conosciuta tra le quattro, forse, quella che ha fatto meno scalpore ma che ha avuto un grande impatto su queste vicende, Isabel Pascual che dopo aver denunciato la molestia subita sul posto di lavoro aveva ricevuto minacce. Lei, come molte altre, viveva con la paura che le potessero fare del male solo perché aveva trovato il coraggio di denunciare chi prima ne aveva fatto a lei, non solo fisicamente, ma anche e soprattutto psicologicamente.
Queste donne hanno soffiato il posto come persona dell’anno a tanti uomini, primo in lizza Donald Trump che ha preso parte a questi racconti in prima persona. Forse il Time ci vuole dire qualcosa. Forse le persone da cui dovremmo prendere esempio sono proprio tra di noi. Dopo tutte gli avvenimenti negativi di questo 2017, questa è di sicuro una vicenda da cui possiamo imparare molte cose. Prima fra tutte una. Non avere paura.