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Il viaggio della memoria

Perché fare il viaggio della memoria? Perché andare ad Auschwitz o Birkenau?

La risposta è meno scontata di quel che si può credere. Non si riduce tutto al semplice omaggiare chi è morto nei campi di concentramento o ricordare la storia per non ripetere gli stessi errori.

Di per sé oggi non rimane quasi nulla dei campi di concentramento, tranne ad Auschwitz, dove si trovano ancora le camere a gas e i forni crematori in cui venivano bruciati i corpi. Essi sono luoghi freddi e spogli, presi fuori dal loro contesto senza sapere cosa sono stati non instillerebbero alcuna emozione. Eppure andare a vederli è un’esperienza che ti segna sotto ogni punto di vista, sia in positivo che in negativo.
Ciò che ti raccontano rispetto a quello che accadeva all’interno dei lager è la storia dell’annientamento della dignità umana, essi sono cimiteri dove le tombe sono costruite dai morti stessi. Gli ebrei, e non solo, che vissero tra il 39 e il 45 hanno sperimentato uno dei massimi picchi della cattiveria umana, i limiti dell’odio umano.

Quando cammini tra i vicoli di Auschwitz il peso della gravità aumenta. Le spalle, come la testa e lo sguardo, puntano per terra: non fanno altro che osservare i propri piedi che vanno avanti. Sembra di entrare in un’altra realtà: diventi un pupazzo senza anima che cammina solo in avanti e basta, ascolti la guida e le atrocità di ciò che succedeva la dentro e con l’immaginazione la mente da vita a quelle parole. L’aria stessa si fa più pesante e il silenzio all’interno fa da padrone. Sembra surreale il numero di persone passate per quegli stessi posti. La gente arrivava e come bestie da macello veniva destinata al lavoro massacrante o al mattatoio, una semplice parola o uno sguardo e tutto finiva.

Il senso di immensità e di perdita lo capisci quando arrivi a Birkenau, questo spazio enorme e sconfinato. Il cimitero più grande che sia mai esistito. Un luogo sacro da rispettare, dove chi arriva, lì può trovare la tomba dei propri cari e di un pezzo di storia umana. Trova le storie di persone, come noi, normali che hanno visto la propria quotidianità stravolta, la propria libertà rubata, la propria dignità eliminata.

È inutile mettersi in testa l’obiettivo di pensare di poter capire veramente cosa hanno provato le persone che sono passate per quei posti, ciò che possiamo fare e non rimanere indifferenti.
Imparare a non farci scivolare addosso le cose che accadono intorno a noi.


Il viaggio della memoria fa questo, ti mostra quanto è stato potente il potere dell’indifferenza, come essa abbia permesso lo sterminio di 6 milioni di persone. Perché finché lo leggiamo sui libri o lo vediamo sui film vediamo solo sofferenza, non capendo fino in fondo da cosa è stata causata. È per questo che secondo me è un esperienza da fare una volta nella vita. Ancora oggi nel mondo le atrocità continuano ad esistere, non ci è possibile risolvere tutti i malesseri del mondo, ma se il cambiamento parte dai singoli e il rispetto viene mantenuto, tra esseri umani qualcosa cambierà.

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