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Guerre ”vecchie” e guerre ”nuove”.

Nel 2018 ricorre il centenario del primo confitto mondiale, eppure le cose non sembrano essere cambiate molto. Magari i paesi coinvolti nelle cosiddette ”guerre nuove” non sono i paesi europei, i nostri, ma le guerre continuano ad esistere e forse sono anche peggiori di quelle di un secolo fa.

Avete mai pensato a come ci si possa sentire vivendo in un paese che sta affrontando una guerra? A me è capitato, ma se devo essere sincera dopo poco il pensiero era già svanito perchè ho pensato ” Vivo in Italia, non mi succederà nulla”, eppure al giorno d’oggi si può constatare che non si è al sicuro da nessuna parte. Un paese può entrare in guerra per tanti motivi ; per problemi mai risolti come in Palestina e Israele,  per gruppi radicali come in Siria o per politica come in Somalia e in Nigeria, dove si combatte ormai da decenni. Cosa c’è dietro questi conflitti? Chi c’è? Persone. Uomini, donne e bambini. Le vittime sono tante, in Afghanistan e in Siria sono circa 4 volte più dell’ intera Africa.

Spesso non ci pensiamo, ma tutte quelle persone che cercano riparo nel nostro paese sono vittime di queste guerre che stanno uccidendo loro, le loro famiglie e i loro amici. Al Sermig qualche tempo fa ho visto un video per una campagna di sensibilizzazione che raccontava la storia di un ragazzo che è dovuto scappare dal suo paese perchè i talebani avevano occupato la sua città e che se non fosse fuggito subito sarebbe stato preso per arruolarsi oppure l’avrebbero semplicemente ucciso. Senza un motivo, nessuna ragione. Il ragazzo al tempo aveva 17 anni e probabilmente non sapeva nemmeno i motivi di quella guerra.

Nel video scorrevano inoltre delle immagini, immagini che mi hanno smosso qualcosa dentro. In particolare una, la quale ritraeva un bambino di 3 anni in riva al mare, senza vita. Stava scappando dalla guerra in Turchia e con lui erano morte altre 11 persone tra cui il fratello di soli 5 anni. La foto è stata pubblicata sulle prime pagine dei giornali più importanti del mondo e forse solo a quel punto i potenti della terra si sono accorti che c’è davvero qualcosa che non va.

Quando pensavo di aver visto tutto è partito un altro video forse anche di maggiore impatto rispetto al precedente. Sullo schermo sono apparse le immagini degli attentati degli ultimi anni partendo da quello forse più famoso ovvero quello delle Torri Gemelle dell’undici settembre 2001, successivamente quello di Parigi, quello dei mercatini di Natale e infine quello di Nizza. A quel punto mi sono venuti i brividi, non me lo aspettavo. Viviamo in un paese sicuro e tranquillo ma ciononostante sono cose che possono succedere e che in qualche modo ci fanno riflettere. E’ capitato a tutti almeno una volta di guardare il telegiornale e ascoltare una di queste notizie ed essere scossi dalla paura. A me in prima persona è capitato non davanti alla tv, ma in un luogo affollato dove improvvisamente non mi sentivo più al sicuro, dove tutte le mie convinzioni sono crollate e dove mi sono ritrovata a dire ” Andiamo via”. La situazione è ovviamente diversa, ma non riesco nemmeno ad immaginare come possa essere vivere in un paese in guerra, il MIO paese, dove non ci si può sentire al sicuro.

 

Forse è arrivato il momento di cambiare, di capire che la guerra non è la soluzione. Non è semplice e non lo sarà mai poichè  i contrasti continueranno ad esistere, ma bisogna avere la speranza che tutto questo possa cessare un giorno e che nessuno dovrà più scappare dal suo paese per sentirsi protetto.

 

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