I’ve been there.
Undici settembre, vent’anni dopo la serie di attentati che ferì una Nazione che allora, e forse anche oggi, si credeva incrollabile ed invincibile: gli Stati Uniti d’America. Dal 11 settembre 2001, gli USA iniziarono una caccia all’uomo, che li portò in seguito a vent’anni di continue rappresaglie sul suolo afghano, sgominando colui che aveva firmato la condanna a morte di quasi tre mila persone, Bin Laden.
Oggi noi oltreoceano osserviamo con il dovuto rispetto le manifestazioni in ricordo delle vittime decedute in tre diversi attacchi: al World Trade Center, al Pentagono e l’aereo schiantato al suolo per l’eroismo dei suoi passeggeri. Quest’ultimo probabilmente era diretto alla Casa Bianca.
11/09/2001, New York, 10.28. Una nuvola nera invade le strade presso il World Trade Center trascinando via con sé tutto ciò che incontra. La visibilità si riduce a meno di due metri. Sono le macerie della Torre Nord, che è crollata sotto al proprio peso. Curiosi ed increduli stavano registrando ciò che vedevano, adesso scappano tutti verso un posto sicuro. “Sembra di essere in un film!” È la frase più ricorrente, spesso urlata tra le lacrime. Le forze dell’ordine hanno già ordinato di evacuare la zona, in particolar modo dopo il primo crollo. Tutti si sentono impotenti, esposti a qualsiasi cosa. Ma procediamo con ordine.
1968 New York. Grazie ad una legge che permette di dimezzare le uscite di sicurezza (scale antincendio in particolar modo), i nuovi edifici hanno più spazio a disposizione che possono sfruttare come gli architetti ritengono più opportuno. La differenza delle scale nella mappatura delle Torri Gemelle e l’Empire State Building è impressionante.
1973 New York. Ciò che presto diventerà uno dei maggiori simboli americani e maggior polo di turisti, è inaugurato: il 4 aprile le Torri Gemelle aprono al pubblico e ai dipendenti.
26/02/1993 New York. Le Torri Gemelle subiscono il loro primo attentato: un furgone bomba parcheggiato nei sotterranei esplode alle 12.06 causando 6 morti e i feriti saranno più di mille. Lo scopo degli attentatori era quello di fare crollare i due edifici.
11/09/2001, New York, 8.46. Uno schianto improvviso fa sobbalzare quasi mezza Manhattan. È l’inizio dell’incubo. Il volo 11 dell’American Airlines ha colpito centralmente la Torre Nord, tra il novantatreesimo ed il novantottesimo piano. Le scale di emergenza sono fuori uso. Un muro di fiamme causato dalla combustione del carburante presente nell’aereo avvolge la parte superiore della torre. Per chi è intrappolato è quasi impossibile sopravvivere. Il 911 viene subissato di chiamate e centinaia di vigili del fuoco e poliziotti si precipitano sul posto, ma c’è poco da fare: le vie d’uscita che potrebbero salvare chi si trova nell’area interessata dall’incidente sono inagibili. Pochissimi riescono a salvarsi. La temperatura nella zona d’impatto raggiunge i 1000°C. Alcuni provano a spaccare i vetri, ma la situazione è talmente disperata che oltre ai detriti che piovono sulla strada si aggiungono corpi umani. Il vuoto sembra essere l’unica consolazione. I problemi legati all’evacuazione della Torre Sud portano ad un ritardo che costerà la vita di altre persone innocenti. Nei paraggi si raduna una folla non soltanto di passanti e curiosi, ma anche dei familiari di chi è rimasto dentro. Perfino l’FBI ha diramato i suoi agenti.
11/09/2001, New York, 9.02. Mentre si procede con l’ordine immediato di evacuazione della Torre Sud, questa viene colpita da un secondo aereo, il volo 175 della United Airlines, tra il settantasettesimo piano e l’ottantacinquesimo. Una scala di evacuazione sopravvive all’attentato, ma sarà comunque molto difficile scendere attraverso i piani incandescenti. Molti perderanno la vita non solo per l’impatto, ma anche per l’eccessiva esposizione al calore. Senza contare tutti coloro che si buttano giù dalle finestre. In strada si è formato un perimetro di corpi e macerie. La corsa verso la salvezza non è facile come sembra: per evitare ciò che cade dall’alto infatti, bisogna attraversare il centro commerciale sotterraneo che collega le due torri. Solo così si giungerà in salvo verso le ambulanze e i paramedici.
11/09/2001, Washington, 9.28 Mentre ormai è chiaro che si tratta di un attentato mirato a fiaccare e provocare l’occidente, il volo 77 dell’American Airlines viene dirottato verso il Pentagono. Le 64 persone a bordo moriranno nell’impatto, compresi anche 125 dipendenti di uno dei luoghi considerati più sicuri al mondo.
Intanto a New York le persone in preda al panico stanno assistendo alle immagini di questa tragedia, chi dal vivo, chi sullo schermo. Molte altre si sono armate di telecamere ed hanno cercato di immortalare come potevano quei momenti traumatici, ma nessuno poteva certo immaginare ciò che sarebbe avvenuto di lì a breve.
11/09/2001, New York, 9.58. La Torre Sud, proprio quella che era stata colpita per seconda, crolla su sé stessa. La folla si disperde correndo via. Una nube nera tossica colma di detriti e cenere, che sembra quasi una valanga, si riversa nelle strade. Alcuni, i più temerari o chi sotto un pesante shock, sembrano voler essere inghiottiti, ma sono quasi trascinati via di forza dai passanti o dalle autorità. Quando si dirada, ciò che rimane sembra uno scenario apocalittico. Newyorkesi in lacrime, pallidi ostentano tutti una domanda: dove andare? Dove mettersi in salvo?
11/09/2001, Pennsylvania, 10,03. Un ultimo aereo, che probabilmente avrebbe dovuto dare il colpo di grazia gettandosi sulla Casa Bianca, si schianta al suolo prima di compiere il suo massacro. Le persone a bordo del United Airlines 93 riescono eroicamente a boicottare i piani degli attentatori, ma non a salvare le loro vite.
Dopo che la Torre Nord è crollata portando via con sé gli ultimi superstiti e danneggiando o distruggendo altri edifici della zona, causando così altre vittime, un silenzio irreale è sceso su buona parte della Grande Mela rotto solo dalle frequenti sirene di pompieri, poliziotti ed ambulanze. Centri dov’era possibile donare il sangue per i feriti furono aperti in gran numero e si formarono code chilometriche per tentare di salvare più persone possibili. Pochissime le persone sopravvissute al crollo ed ancora oggi non sono state riconosciute tutte le vittime, (date le condizioni dei loro corpi o della loro assenza), di quest’immensa strage che ricordiamo non colpì solo New York. Sappiamo che la maggior parte delle persone che scelse di buttarsi giù dalle torri proveniva da quella Nord, dove le condizioni erano decisamente più critiche. Ancora oggi ci sono gli strascichi di quest’atrocità: persone che hanno esalato sostanze tossiche o polveri sottili in gran quantità, hanno gravi problemi respiratori. Coloro più colpiti sono ovviamente chi ha cercato di dare soccorso là dove l’inferno sembrava essersi materializzato. Nel luogo della tragedia nei giorni a seguire fu issata una bandiera americana e si organizzarono veglie funebri spontanee in più città.
Nel 2004, dopo diversi dibattiti è stato approvato un progetto che mirava a far rinascere ciò che attualmente si chiama Ground Zero, ovvero il luogo nel quale si erigevano le Torri Gemelle. Il complesso comprende il Memorial Garden e la Freedom Tower, nuovo simbolo di una città che ha saputo rinascere dalle sue ceneri. Un museo molto suggestivo serve a ricordare ad ogni visitatore ciò che accaduto per non dimenticare le quasi 3000 vittime.
1/05/2011. Dopo dieci anni di continui sforzi, finalmente il mandante degli attentanti fu ucciso. Bin Laden, capo del gruppo estremista Al Qaida, trovò finalmente la sua fine.
Oggi però, dopo venti anni di sforzi a rendere l’Afghanistan un luogo vivibile, lo stesso Capo dello Stato che aveva subito una così grande ferita ha ritirato l’esercito americano, lasciando lo Stato afghano in balia di uomini senza scrupoli e pronti a tutto. La tensione che si è ricreata è altissima, ma si spera che ciò che è accaduto serva a farci prendere misure di precauzione alte ed efficienti.