Mondiali Qatar 2022: tra un inizio di sorprese e un finale scontato
Questo mondiale è stato come una favola dei fratelli Grimm che inizia come un bel racconto fatto di felicità e sogni per poi concludersi con tragici e crudi insegnamenti.
E già! Perché ne abbiamo viste di favole, come quella dell’Arabia Saudita che è stata l’unica squadra in grado di battere la finalista Argentina, o quella del Marocco, che potemmo definire la cenerentola Sahariana, di questo mondiale in grado di battere in successione Belgio, Spagna e Portogallo.
Altra favola è stata quella del Giappone, che di sicuro è stata la squadra più preparata a livello atletico e che ha insegnato una grande morale di rispetto e onore sia in campo che fuori.
Ma se il titolo dell’articolo è questo ci sarà un motivo.
Infatti in finale non ci andrà nessuna di queste vere e proprie poesie in forma calcistica ma ci andranno invece due predestinate che fin da subito erano state indicate come possibili vincitrici: stiamo parlando della finalista del 2014 cioè l’Argentina, e la vincitrice della scorsa edizione cioè la Francia.
Una finale che di sicuro renderà felici sia i tifosi delle corrispettive nazioni che gli appassionati del bel calcio, ma che lascerà l’amaro in bocca sia al telecronista Lele Adani che anche a chi avrebbe voluto vedere dei volti nuovi su quel podio internazionale che tutti i paesi agognano di vincere.
Ma oggi, il giorno della finale, voglio raccontare più che la possibile vittoria di queste due blasonate nazionali il percorso di queste sfavorite che si sono sapute far valere.
Partendo proprio dalla più debole a livello di rosa, cioè l’Arabia Saudita che pur non riuscendo a superare i gironi ci ha mostrato un gioco offensivo e allo stesso tempo ordinato, capace di battere la finalista Argentina per 2-1 in rimonta, frutto del lavoro di un’ allenatore d’esperienza come Hervé Renard.
Continuerei con il Marocco che come precedentemente detto è stata la cenerentola di questo mondiale oltre ad essere la prima squadra africana a raggiungere le semifinali, asfaltando lungo il suo percorso Belgio, Spagna e Portogallo ma arrendendosi a testa alta contro la Francia, anche grazie ad alcune discutibili decisioni arbitrali (la negazione di un rigore netto).
Un’ aspetto alquanto curioso è che le partite del Marocco sono quasi tutte ricollegabili a colonizzazioni passate: partendo dalla Spagna per poi passare al Portogallo e finire con la Francia.
Infine parlerei della squadra del sollevante che oltre ad essere più preparata atleticamente, lo si denota osservando la statistica dei chilometri percorsi da ogni singolo giocatore (che per la maggior parte delle volte sono quasi il doppio degli avversari), è anche la responsabile della seconda eliminazione consecutiva della nazionale tedesca da parte di una squadra asiatica.
A coronare il tutto, abbiamo il grande rispetto mostrato sia in campo che sugli spalti da parte dei giapponesi, i quali hanno mostrato la loro dignità nella sconfitta al mondo intero.
Quindi, che dire: mondiale di sicuro non noioso, ne a livello di gioco ne di sorprese, ma che lascia l’amaro in bocca per quelle outsider che avrebbero potuto solcare con i loro tacchetti il terreno del Lusail Stadium.