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Opel Minded: il potere dell’inclusività

Testo di Giulia Ghiberto

1° dicembre 2022, aula magna del liceo Domenico Berti. Dietro ai microfoni sono seduti tre giovani, due uomini ed una donna. Si preannuncia agitazione tra le file degli studenti seduti.

Eppure, una volta terminato l’incontro, così tanto atteso, non tutti ne sono rimasti colpiti. In molti, professori per lo più, hanno criticato il linguaggio così diretto usato per l’approccio con i ragazzi. Noi della redazione vi offriamo di seguito le interviste che abbiamo condotto ad Amedeo Berta, podcaster che ha esercitato il ruolo di mediatore, e ai due relatori, Giulia Lineette, illustratrice grafica e Pietro Turano, attore.

Iniziamo quindi con il podcaster, che ci racconta quanto secondo lui la società debba garantire a tutti lo stesso grado di rappresentazione e ci da un suggerimento: fare attenzione al peso delle parole.

Redazione: Secondo lei, a quale fascia d’età bisognerebbe insegnare ad osservare il mondo in modo più inclusivo, aperto?

Amedeo Berta: credo che iniziare sin da subito sia fondamentale, perché è meglio crescere assimilando tutto che non ritrovarsi in un mondo “estraneo”.

R: La domanda che ha posto a Giulia (NdA: si riferisce ad un quesito posto durante l’intervento della relatrice) circa il peso dell’immagine e della parola, non è forse soggettivo?

AB: A volta la soggettività dipende dal contesto: viviamo in una società nella quale ci si sente in dovere di condividere tutto, per tanto ho il diritto di far presente ciò che mi dà fastidio.

Proseguiamo con l’illustratrice, la quale si batte da anni per una rappresentazione inclusiva dei corpi, che ci spiega come i social spigano molto, nel bene e nel male, quest’aspetto.

Redazione: L’impatto dei social sull’immagine, è più o meno negativo?

Giulia Lineette: Non c’è una vera e propria risposta a tutto tondo. Si può decidere che cosa vedere e limitare il danno, ma la scelta ricade sul singolo.

R: Il diritto della parola può essere positivo come negativo. Solleverò un argomento spinoso: il Decreto DDL Zan, avrebbe potuto arginare il problema instaurando consapevolezza?

GL: Assolutamente sì. Sarebbe stata una conferma nell’affermazione dell’esistenza delle discriminazioni.

Infine interagiamo con Pietro Turano, apprezzato attore che ha prestato il suo volto per SKAM Italia. Egli ci offre una serie di immagini per visualizzare il potere della parola, tra le quali una finestra che però può presto tramutarsi in un muro.

Redazione: Le parole possono essere estremamente limitanti, a volte persino estremizzanti. È anche vero che però a volte si rischia di sottolineare eccessivamente argomenti di vario genere. Quale sarebbe una giusta via di mezzo, ma, soprattutto, esiste?

Pietro Turano: Partiamo dall’idea per la quale non ci si può rivolgere a una persona con un sostantivo o un aggettivo. Noi siamo molto più di questo. Dobbiamo semplicemente realizzare il fatto che noi siamo un insieme di tanti fattori, che conducono all’unicità della persona.

Nell’insieme riteniamo che quest’intervista possa riassumere a pieno il concetto di inclusività, non morbosa, della quale ci hanno tanto parlato i tre ospiti. Ci dispiace veramente molto che questo breve intervento non sia stato colto ed apprezzato da tutta la fascia più adulta ed autorevole della nostra scuola. Probabilmente adesso tocca a noi rimboccarci le maniche e dimostrare a quei, si spera, pochi, come la realtà intorno a noi possa cambiare. Insieme.

Di seguito, il link del progetto: https://www.opel.it/chi-siamo/filosofia.html

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