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Tanti auguri signor Disney!

Da un po’ di tempo a questa parte la Disney ha iniziato a festeggiare in grande stile il suo compleanno, che è decisamente importante e degno di nota: stiamo infatti parlando del suo centennale. Osannata, criticata, guardata da adulti e piccini; questo famoso marchio ha raggiunto il secolo riflettendo gli avvenimenti culturali più salienti del suo tempo.

La foto finale scattata da tutti i personaggi creati dalla Disney in “Once Upon a Studio”

Dalla Prima guerra mondiale al me too, la Disney si è plasmata come un brand estremamente attento alle esigenze del suo pubblico e al periodo storico che stava vivendo. Icona americana ha addirittura prestato il volto dei suoi personaggi per invogliare i suoi connazionali ad arruolarsi durante la Seconda guerra mondiale, pur successivamente schierandosi contro ogni tipo di conflitto armato.

Genesi di un topo

L’apprendista stregone

Questa avventura, o meglio, questa magia è nata esclusivamente da un topo, come ci tiene a sottolineare il suo fondatore, Walt Disney. La figura di Micky Mouse, (il cui nome è frutto della signora Disney), ovvero Topolino, è quella che forse testimonia di più il cambiamento direzionale del ruolo della compagnia di Walt. Inizialmente egli non era affatto un personaggio da cui prender spunto: era spesso maleducato, a volte un po’ pervertito e decisamente poco incline ad abitudini salutari.

Steamboat Willie, di cui oggi il motivetto anticipa quasi la totalità dei film Disney

Dopo diverse lamentele di genitori e sempre più scarso pubblico nei cinema, si optò per un cambiamento radicale del suo carattere affiancandogli le icone che conosciamo noi tutti. Prima Minnie, storica fidanzata, ed infine Donald Duck, (Paperino), che lo surclassò accattivandosi il favore del pubblico, e Goofy, (Pippo), con i quali formò un interessante e divertentissimo trio.

Topolino, Paperino e Pippo: i tre moschettieri

Di qui in poi, come si suol dire, è Storia. E che Storia. Ognuna più bella ed emozionante dell’altra, da Biancaneve, prima principessa Disney, fino ad arrivare a Raya, ultima beneficiante del titolo ufficiale. Non soltanto principesse, ma anche ribelli stellari, giocattoli animati, supereroi e film cult.

Quando la magia si disincanta…

Sebbene l’immagine della Disney sia quella di una grande famiglia felice immersa nella magia, ci sono certamente più punti oscuri che macchiano il suo percorso. Partendo da un punto di vista cronologico abbiamo ciò che da molti viene definito come il Rinascimento Disney, periodo in cui vennero pubblicati film come La Bella e la Bestia, il Re Leone, Aladdin il principe dei ladri o La Sirenetta.

Sebbene siano stati considerati come tra i più grandi successi della Disney, questi film sono il frutto di duri anni di riassestamento dopo il cambio direzionale avvenuto con la morte di Walt, costellati da diatribe tra gli sceneggiatori ed i responsabili ed orari improponibili per tutto lo staff, con il loro conseguente esaurimento nervoso, senza contare diversi flop, come quello di Oliver & Company.

Tutti per uno…

C’è da riconoscere che la Disney sia stata pioniera di nuove tecniche d’animazione, conquistando il suo primato contro la Warner Bros grazie all’intervento della Pixar (che senza l’aiuto economico della Disney avrebbe rischiato il fallimento). Inoltre, ha fatto del suo meglio per quanto riguarda l’inclusione, portando la sua attenzione alle etnie spesso sottostimate, alle cause di genere ed a quelle del cambiamento climatico, scoraggiando l’uso di sostanze stupefacenti o parole volgari e ponendo un occhio di riguardo per tutte le età, senza escludere nessuno.

Una delle immagini trapelate dalla Disney per il remake previsto nel 2025 di Biancaneve

Ecco, se si dovesse descrivere in una sola parola la politica aziendale Disney, inclusività sarebbe il termine più corretto da utilizzare, forse addirittura morbosa in alcuni casi, come per il remake di Biancaneve, che infatti ha fatto fare marcia indietro ai produttori. Essere inclusivi non vuol dire, infatti, censurare o riscrivere il passato. Caso mai, occorrerebbe riscrivere il futuro ideando nuove storie che rispecchino di più la nostra contemporaneità, magari più consistenti di quelle che stanno vedendo la luce ultimamente.

…uno per tutti

Insomma, si può amare come detestare la Disney, ma non c’è dubbio: gran parte dell’immaginario comune e della cultura contemporanea di cui disponiamo ci è stata fornita proprio da questo colosso, nel bene e nel male. Con la recente piattaforma streaming Disney Plus (anche questa seguita da uno strascico di polemiche ed elogi) abbiamo avuto la fortuna di poter disporre di una nuova produzione: i cortometraggi, come quello uscito in commemorazione dei 100 anni.

Ho avuto la fortuna di vederlo e non ho potuto fare a meno di commuovermi: fior fiore di citazioni storiche mescolate a pietre miliari dell’universo Disney, ovviamente sotto la colonna sonora di When you wish upon a star (Once Upon a Studio, C’era una volta uno studio, in basso a sinistra una scena tra Topolino e Minnie).

Tra magiche canzoni, che tutti conosciamo e che in fondo in fondo sappiamo ancora a memoria, e nostalgiche trame (che non sempre sono sinonimo d’infantilità) sono certa che troverete di che divertirvi, sognare e riflettere, specialmente sotto il periodo natalizio

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