The Fabelmans

L’ultimo prodotto di Spielberg recente vincitore di due Golden Globe (miglior regia e miglior film drammatico) non è tanto la sua lettera d’amore per il cinema, ma quella dedicata alla sua famiglia e alla vita insieme.

Sammy Fabelmans è un ragazzo statunitense di origini ebree, che dopo aver visto il suo primo film al cinema da bambino s’innamora perdutamente della regia con la cinepresa. E sarà proprio questa passione che Sammy dovrà tenere viva, tra cambiamenti in famiglia e crescita personale, per trasformare il suo sogno da regista in un vero lavoro.

Un film molto particolare, visto che Spielberg narra tutta la sua vita adolescenziale. Infatti ho trovato la sceneggiatura scritta da lui stesso e da Tony Kushner (sceneggiatore di West Side Story del 2021 diretto sempre da Spielberg) molto intima; si può fare un paragone a storie autobiografiche come Gli Anni di Annie Ernaux: non si può comprendere del tutto la storia se non si è vissuti quasi negli stessi panni dell’autore. Questo non significa che il film non sia godibile, anzi lo è molto, seppur con un’ ironia troppo vaga in qualche scena.

Consiglio caldamente quindi di andare a leggere la sua biografia su wikipedia per avere un buon quadro della sensibilità che Spielberg cerca di trasmettere nella trama.

Gli attori recitano tutti in modo gradevole, tranne in certe scene e situazioni che diventano incredibilmente pazze.

Con buone riprese tecniche e una fotografia azzeccata per l’epoca anni 50-60, Spielberg cerca di mandare un messaggio chiaro: se hai un sogno così forte nel cuore, non lasciartelo sfuggire e fallo diventare realtà in futuro.

voto:8.43/10

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