Io sono Io

Uguaglianza, fraternità, parità.

Parole che rimbombano nelle teste di ogni individuo ma che difficilmente trovano lo spazio di mettere radici.

Siamo quotidianamente sottoposti all’artificio dell’omologazione che pone le basi per quell’appiattimento morale e sociale secondo cui, grazie al dio “Globalizzazione”, io sono uguale a te e tu uguale a me. Nel bene e nel male. Come se bastasse essere organismi pluricellulari per essere identici, per non essere riconosciuti per la propria essenza, i propri desideri, la propria identità. Siamo così entusiasti dall’idea di vederci tutti simili che non ci accorgiamo che proprio la diversità è un’opera d’arte.

Se Niccolò Copernico fosse stato un convinto provincialotto del ‘500 a quest’ora penseremmo ancora di essere la ruota dell’universo.

Se Thomas Edison non avesse avuto l’audacia di differenziarsi a quest’ora vivremmo seguendo il corso del sole.

Se Eleanor Roosevelt non si fosse contraddistinta per l’impegno nel movimento femminista statunitense le donne sarebbero ancora le seconde.

Se Harvey Milk non avesse avuto il fegato di essere chiamato “faggot” (“finocchio”) per tutta la sua vita non avremmo il riconoscimento dei diritti omosessuali, ma un esercito di tanti Donald Trump agguerriti.

Se tutti loro non si fossero distinti per le proprie doti e per le proprie aspirazioni non sarebbero state combattute tantissime battaglie poiché, soprattutto ai loro tempi, decidere di non essere come gli altri costava la vita.
Essere diversi è un dono inestimabile che non spetta a tutti.                                                                                                                                               Se possiedi un dono, sfruttalo. Lotta per la tua diversità e rendila l’accessorio più bello della tua vita.

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