25/11 siamo veramente al sicuro?

Il 25 novembre è la data dedicata alle donne vittime di violenza.
Questa giornata la si dedica a tutte quelle donne che subiscono violenze fisiche e psicologiche e muoiono ogni anno di femminicidio.

Il femminicidio in particolare è un fenomeno sempre più frequente.
Secondo i dati Istat, solo quest’anno in Italia sono state 104 le donne morte per mano di un uomo, sulla base di motivi di genere, per il semplice fatto di essere donne.
Eppure il femminicidio, se pur presente nella nostra quotidianità, rimane un tema poco discusso.
Non si parla mai abbastanza di come contrastare questa violenza e delle misure da adottare per la prevenzione.

Sarebbe necessario mettere in campo opportuni finanziamenti pubblici per sostenere e potenziare i progetti territoriali che aiutano le vittime come i centri antiviolenza e le case rifugio, in modo tale che chi subisce una violenza possa trovare un vero supporto psicologico e fisico, visto il momento tanto delicato che sta attraversando.

Tuttavia, nonostante i tantissimi casi di violenza, per le donne è ancora un ostacolo anche solo recuperare o trovare strumenti per difendersi dalle aggressioni.
In Italia l’unico strumento, legalmente accettato, di difesa è lo spray al peperoncino.
Spesso però finisce per essere poco pratico nelle situazioni di pericolo oppure tende ad avere poco effetto per via delle restrizioni a cui è legato, ad esempio la bomboletta che non può superare i 20 ml di liquido.
Ciò significa che oltre alle ridotte dimensioni lo si potrà utilizzare una sola volta.
Se non si prende bene l’aggressore a quel punto che si dovrebbe fare?
Chiedergli gentilmente di fermarsi?

Per non parlare anche del caro prezzo dello spray, che non permette una distribuzione accessibile a tutti.

Ma la vera prevenzione dovrebbe partire da un cambiamento di mentalità che ha profonde radici nel maschilismo e patriarcato.
Bisognerebbe innanzitutto insegnare una nuova concezione del ruolo della donna, come individuo consapevole che si auto determina e capace di auto sostenersi e soprattutto educare al rispetto e alla dignità della donna.

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