Dublin: the green city or the white city?

Ecco cosa viene in mente quando si pensa all’Irlanda:

  • prati con piccoli omini vestiti di verde che prendono il sole
  • scogliere che scendono a capofitto tanto da far tremare le gambe
  • pioggia,tanta pioggia e tanto vento

Neve? No,in Irlanda non nevica mai vero?

Questo è quello che pensano tutti e che pensavo anche io,ma dopo aver passato 4 giorni di 6 in casa mi sono dovuta ricredere o meglio,ho iniziato a pensare che questo viaggio fosse stato maledetto.

Il 27 febbraio all’alba,letteralmente,sono partita con la mia classe verso l’aeroporto di Milano pronta per vivere il viaggio che aspettavo da tanto. Le aspettative erano alte,come sempre quando si parte per un paese mai visitato. Dopo aver preso l’aereo e aver volato per 3 ore siamo finalmente arrivati. Il sole spendeva,se cosi si può dire,alto nel cielo e la felicità usciva da tutti i pori. Prima di portarci a conoscere le nostre host-families,ci hanno portato a fare un piccolo giro della città dove abbiamo potuto comprare i primi souvenir e dove abbiamo scattato le prime foto. Dopodichè ho conosciuto la mia famiglia. Devo dire di essere stata molto fortunata,mi hanno ospitata due signori che descrivere come ”splendidi” sarebbe addirittura poco. Il primo pomeriggio a Dublino è passato così,tra un giretto in città e un disfare di valigie. Il mattino dopo io e le mie compagne ci alziamo e…

” We’re sorry girls but schools are closed due to the snowstorm that’s coming”

In parole povere,scuole chiuse per una settimana.

Sembra l’inizio di una barzelletta vero? O di un incubo?

La sera del 28 e le sere successive i messaggi della professoressa sono stati: ” Ragazzi come procede? Vi annoiate?”

Chi si sarebbe mai aspettato di stare chiusi in casa per quattro giorni? Io di sicuro no,soprattutto perchè il primo giorno c’era il sole. Fatto sta che durante tutto il tempo libero che ho avuto ho guardato TUTTA la saga di Twilight in inglese,ho guardato un altro film,mi sono disperata e sono anche quasi impazzita.

Per la disperazione,pur di uscire,siamo andate due volte al supermercato rischiando ogni volta di cadere perchè in Irlanda sembra non abbiano sale da spargere,non hanno pale per spalare i vialetti di casa e non hanno spazzaneve per pulire le strade cosi da far ricominciare la città a funzionare normalmente.

Domenica,ovvero l’ultimo giorno prima della partenza,siamo riusciti ad uscire e a visitare le attrazioni principali della città: il Trinity College, l’università più antica di Dublino, un museo sui vichinghi e abbiamo fatto shopping su Grafton Street. La mattina seguente,prima di andare in aeroporto abbiamo visitato la cattedrale di St. Patrick e una cosa in particolare mi ha colpita,al contrario di tutte le altri cattedrali che ho visto o chiese in generale,la cattedrale di Dublino mi è parsa poco religiosa. Troppi apparecchi elettronici secondo me. L’ultima cosa che abbiamo fatto prima di partire è stato un giretto sul pullman della scuola che ci ha fatto vedere la parte di Dublino che,purtroppo,non abbiamo potuto visitare.

Sapete cosa penso di tutto quello che è successo?

La vita è fatta di esperienze che,in bene o in male,ci insegnano sempre qualcosa. Io ho imparato ad adattarmi,a trovare sempre il lato positivo delle situazioni anche nei momenti dove vorresti soltanto tornare a casa.

 

 

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