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Behind the scenes. La Storia dietro Sanremo.

Si è concluso da poco il festival più seguito e commentato dagli italiani, che ha lasciato come sempre il suo strascico di gossip dovuti a canzoni e cantanti. Quest’anno il pubblico, (13 milioni e 203 mila spettatori), ha potuto avvalersi solo della diretta, senza poter prendere parte fisicamente alla gara. Pensare che il contest, alle sue origini, non aveva che pochi radioascoltatori e la sua nascita risale ad un locale con pochi clienti, più interessati al cibo servito che alle canzoni proposte.

29 gennaio 1951. Una data apparentemente vuota, priva di significato, ma che in realtà cela in sé uno dei più grandi avvenimenti della Storia della musica italiana, l’avvento di Sanremo. Parteciperanno solo pochissimi concorrenti: Nilla Pizzi, (cantante di Papaveri e Papere) che vinse la prima edizione con la canzone “Grazie dei fiori”, il duo Fasano (composto dalle sorelle torinesi Secondina Piera Angela Fasano e Terzina Fasano) ed infine Achille Togliani. Inizia così, tra camerieri e clienti del casinò di Sanremo, il più grande festival italiano di tutti i tempi.

Nel 1953, inizia ad intravedersi una maggiore audience: i tavolini fanno posto a file ordinate di sedie che permettono ad un numero contingentato di spettatori di assistere allo spettacolo, ora disponibile solo per chi possiede il biglietto. È il trampolino di lancio del contest: due anni dopo, la Rai avrebbe sostituito il lavoro compiuto fino a quel momento dalla radio, regalando per la prima volta le immagini del festival. Ora per strada diventa molto facile incontrare persone che canticchiano i motivi visti, e non solo più sentiti, di Sanremo.

Nel 1958 avviene il trionfo mondiale. Domenico Modugno (nell’immagine sotto a destra) e Johnny Dorelli riescono infatti a stupire ed incantare il mondo con l’intramontabile canzone “Nel blu dipinto di blu”, meglio conosciuta come “Volare”. Questa fu da sfondo per il boom economico italiano: energia, ottimismo e semplicità erano le parole d’ordine della canzone che conquistarono il cuore degli italiani.

Dal 1962 la musica cambia: si da’ più importanza ai giovani ed un famoso presentatore inizia a lavorare per il festival: Mike Buongiorno (presentò dal 1963 al 1967). Le esibizioni non sono più statiche, ma vive e piene d’energia. È l’inizio degli “Urlatori”, quali Mina con “Mille bolle blu”, nel 1961. Nel ’68 Pippo Baudo presenterà Sanremo per la prima volta.

Nel 1977 avviene un cambio di scena: l’Ariston diventa il ritrovo per eccellenza del festival, per sino ai giorni nostri, e le sue porte vengono aperte per la prima volta anche ai cantanti stranieri. Seppur con uno spirito decisamente più decadente rispetto a quello che animava le serate negli anni precedenti, si arriverà al 1980.

All’inizio degli anni ’80, il festival comincia a rafforzarsi di nuovo, questo grazie al ruolo che giocano i presentatori: non più semplici comparse, ma vere e proprie figure di intrattenimento, che vengono poste in primo piano. Nel 1984, data la nuova importanza attribuita al festival, viene istituita la categoria “Nuove proposte italiane”. Premio che verrà vinto lo stesso anno da Eros Ramazzotti (nella foto in basso a sinistra) con “Terra promessa”. L’aria di innovazione e cambiamento era evidente.

Negli anni ’90 il contest raggiunge finalmente la stabilità che avevano sperato i suoi ideatori quarant’anni prima: era diventato infatti un imperdibile appuntamento per le famiglie italiane.

Arrivano infine gli anni 2000: un nuovo secolo alle porte con nuove tendenze musicali. Molto spesso i suoi partecipanti sono persone già note tra il pubblico e pur troppo si è perso il concetto di privilegiare quasi solo la musica: tra specchi e stucchi il festival negli ultimi anni è diventato un inno alla stravaganza, che spesso dà più importanza alle notizie che non ai fatti.

Sono sicura che se il backstage dell’Ariston potesse parlare ne racconterebbe delle belle, considerando anche da quanto tempo viene effettuata la competizione. Tra litigi, lacrime di gioia e di rabbia, sono certa che potrebbe venirne fuori un copione. Perfetto per uno spettacolo, chi lo sa.

 

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