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La Festa dei Morti del mondo: curiosità e dubbi

Cari lettori e care lettrici, dopo quasi tre anni di attesa torno a riproporvi le tradizioni festive in giro per il mondo, concludendo dunque questo meraviglioso viaggio culturale e folkloristico cominciato un po’ di tempo fa. Partiamo subito con una premessa, ovvero che il termine Halloween non è lo stesso utilizzato in tutti Paesi del mondo, per un’evidente differenza folkloristica. Dal momento che, il novanta per cento delle culture odierne celebra la festività dei morti seguendo il canone anglosassone, più precisamente quello americano, ho deciso di proporvi un breve excursus riguardo alle tradizioni messicane e cinesi, forse quelle più interessanti perché lontane rispetto alle nostre.

Dias de los muertos

La festa, stranamente, non ha origini messicane. Le popolazioni dell’America latina (stiamo parlando degli Aztechi e degli Incas) ritenevano che i defunti fossero ancora parte integrante della loro società, per tanto reputavano come un gesto offensivo venerarli. I morti ritornavano sulla Terra solo in occasione di un giorno a loro dedicato, ovvero Dias de los muertos. Fu soltanto grazie ai Conquistadores che si fuse con la credenza più classica della Festa dei Morti. Ad oggi è Patrimonio dell’Unesco.

Coco, film prodotto dalla Disney nel 2017

Ciò che più spicca durante la celebrazione è sicuramente l’altare, estremamente curato, con sopra le offerte per i morti, tra i quali fiori di carta. Secondo i messicani, la morte non è che un passaggio della vita, considerata sacra. Se qualcuno di voi fosse interessato ad approfondire l’argomento in modo meno accademico, la Disney potrebbe inaspettatamente venire in aiuto: Coco (2017) affronta egregiamente il tema della morte, ma soprattutto dell’importanza delle tradizioni e del loro ricordo, mettendo in primo piano questa colorata festa messicana.

Qingming

Per quanto riguarda l’altro lato del globo, quindi la Cina, la Festa dei Morti si celebra in primavera. La scelta di questa stagione non è casuale e la sua spiegazione è differente si stacca dalle abitudini occidentali: la Morte si celebra con la Vita. I cinesi ne rendono omaggio durante il giorno di Qingming, che vuol dire purezza e luce. Il nome deriva da una toccante leggenda, che vede la generosità e la bontà come motivo scatenante della ricorrenza.

Durante questa giornata le tombe dei propri cari vengono ripulite e si lascia una piccola offerta accompagnata da incenso bruciato. Questo giorno si rivela inoltre essere una buona occasione per le famiglie, che si ritrovano all’aria aperta per far volare gli aquiloni.

Necromanteion, tempio di Ade, Grecia
Affresco raffigurante (da sinistra) Horus, Rah ed Anubi

Quindi, cosa c’è dopo la Morte? L’uomo ha provato in ogni modo a dare una sua definizione a questa domanda, prima con Ade ed Anubi, adesso con Santi e divinità d’ogni genere, attribuendo dunque al divino la facoltà di capire e comprendere il mistero della vita. Come mai? Semplice. Non esiste una scienza che possa provare che cos’accade alla nostra anima dopo che il nostro cuore cessa di battere. Dopo la perdita dei nostri cari resta solo il bisogno di credere che siano da qualche parte, possibilmente un luogo bello. Questo ci porta alla necessità di credere in qualcosa: nella religione, nella filosofia, nella scienza. È per questo che nascono le tradizioni e rimangono in vita.

Vi auguro di poterle mantenere e spiegarle a vostra volta quando sarete più grandi, senza smettere di essere curiosi e sognatori.

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