Top 10 tradizioni natalizie in Paesi esteri.

Anche in questo disastroso 2020, il periodo più magico dell’anno è arrivato: il Natale, infatti, è alle porte. Seppur con molte restrizioni, siamo pronti a trascorrere questo periodo nel migliore dei modi. Purtroppo, non potremo viaggiare come gli anni precedenti, ma dovremo accontentarci di passare la Settimana Bianca in Italia, nella nostra fantastica regione. Allora, perché non concederci un viaggio interamente fattibile sulla nostra poltrona vicino all’albero o comodamente sdraiati sul letto in attesa del cenone? Quella che vi sto per proporre, è infatti una Top 10 natalizia, su dieci Stati nel mondo, (escludendo ovviamente l’Italia), che celebrano a loro modo il Natale. Scoprirete che in alcuni paesi ci sono ben tredici portatori di doni, come in Islanda, o che in altri vengono portati dai Re Magi, come in Messico. Tanti Stati, tante ideologie, ed altrettante tradizioni, bellissime a modo loro. Non dimentichiamoci inoltre, dell’importanza delle religioni. Ogni Paese ha le sue peculiarità, che danno luogo ad un’affascinante mescolanza di usanze. Allora, cosa spettate ad iniziare questo viaggio?

#10 Cina. Per quanto questo Paese sia il produttore di quasi tutte le nostre luminarie ed alberi di plastica, in realtà qui il significato della festa è totalmente diverso dal nostro. Questo perché la stragrande maggioranza della popolazione è taoista, e quindi ha dei culti differenti da quelli cristiani. Ora, molti giovani si sono fatti trascinare da questa immensae bellissima festa, ma come spesso succede, questo sta oscurando le sue vere radici. Il vero nome della festa è Dōngzhi, ovvero l’arrivo dell’inverno. Nel sud della Cina vengono preparate le tangyuan, cioè delle polpette di riso. Nel nord, invece, si consumano i jiaozi, ravioli. Entrambi i piatti augurano buon auspicio. Un antico culto inoltre, prevede che le famiglie aventi lo stesso cognome si rechino a venerare i propri antenati.

#9 Russia. Il Natale qui si festeggia il 7 gennaio, fino al 19, giorno dell’epifania ortodossa. Il 31 dicembre, si decora l’albero e si sta con la famiglia. Il giorno di Natale viene posizionato qualcosa di ferro sotto la tavola che ogni commensale a turno dovrà strofinare con i piedi per garantirsi la buona sorte. Vengono portate dodici portate in tavola, per simboleggiare gli Apostoli. Alcuni piatti molto graditi sono l’insalata invernale, (insalata russa), pesce e gelatina di carne. Come bevande, l’immancabile Vodka oppure del thè. Una tradizione che si sta ripristinando sono canti chiamati Kolyadka, in genere simili ai nostri cori. I doni vengono portati da Nonno Gelo con sua nipote Nevina la notte del 31 dicembre.

#8 Islanda. Questo Paese ha il lusso di potersi permettere ben tredici elfi che anticipano il Natale. Ebbene sì, perché Babbo Natale è stato introdotto solo in tempi più moderni e con circostanze alquanto analoghe: il governo, nel 1746, aveva infatti proibito ai genitori di terrorizzare i bambini con le storie inerenti ai tredici elfi. Questo perché la tradizione vuole che ognuno di essi porti dei regali ai bambini buoni, e che quelli cattivi vengano invece rapiti per poi essere portati nelle fredde montagne del nord ed essere mangiati. Oltre a non essere propriamente una storia “natalizia”, questo creava un vero e proprio terrorismo psicologico, con bambini che addirittura si rifiutavano di uscire in questo periodo. Fortunatamente, con il passare degli anni la paura è quasi del tutto scomparsa, per lasciare spazio al divertimento portato dagli elfi burloni. Alcuni regali, ancora oggi, sono preparati apposta per scacciarli e non cadere nelle loro grinfie.

#7 Grecia. Il periodo delle vacanze natalizie è solitamente dal 24 dicembre all’8 gennaio. Questa è una delle poche feste ortodosse che coincide con le nostre. La Vigilia, i bambini si svegliano trovando un simbolico bastone da passeggio ai piedi del letto. Esso servirà loro per andare di casa in casa a suonare e ricevere come compenso biscotti e frutta secca. Babbo Natale non porta i doni ai bimbi greci, bensì San Basilio il 1°gennaio. Inoltre, non si utilizzano alberi di Natale, ma barche a vela in legno. Il 25 dicembre, dopo la Messa, ci si riunisce con la famiglia per un lauto pranzo che durerà ore. Il porcellino arrosto è una portata principale molto gradita da tutti. Il 6 gennaio, la tradizione vuole che si celebri il battesimo di Gesù. Il prete purifica l’acqua marina e dolce e infine butta un crocifisso nell’acqua gelida. Chi lo recupererà, riceverà la benedizione del celebrante e dei convenuti.

#6 Messico. In questo Paese si può osservare come il cristianesimo si sia mescolato alle religioni indigene. Il periodo dell’avvento inizia dal 16 dicembre. Molte tradizioni sono simili a quelle spagnole, come, ad esempio, il dolce tipico consumato il 6 gennaio. Sulla tavola non possono sicuramente mancare le frittelle ed il ponche, una bevanda calda. Il cenone della Vigilia ha un significato più importante rispetto al pranzo, nel quale solitamente si consumano gli avanzi della sera prima. Dal 16 dicembre fino al 24, si tengono nove Posadas, ovvero delle processioni che simboleggiano i nove mesi di gestazione di Maria. Dopo l’ultima posada, molti praticano il gioco della famosa piñata, ovvero la pentolaccia, molto amato specialmente dai più piccoli. I regali vengono portati dai Re Magi il 6 gennaio.

#5 Australia. Il Natale è decisamente diverso da quello che siamo abituati a vedere noi; quindi niente neve e renne che fanno volare la slitta di Babbo Natale, né temperature sotto lo zero e settimana bianca sulla neve. Nell’emisfero sud infatti, le vacanze natalizie coincidono con l’inizio delle vacanze estive. Gli australiani quindi, celebrano Natale in spiaggia, tra barbecue e tuffi nell’oceano, oppure facendo un pic nic nei parchi. Molte tradizioni, essendo un Paese nato da una colonia inglese, sono simili, se non uguali, a quelle del Regno Unito. Una delle differenze più grandi, oltre al clima e la mancanza di neve, è quella legata alla figura di Babbo Natale: egli infatti, è raffigurato molto spesso in calzoncini corti e mentre cavalca le onde con il surf. Altre rappresentazioni lo vorrebbero accompagnato da qualche canguro, senza le renne. Il dolce natalizio è il Christmas Pudding oppure la Pavlova; una gustosa torta con base meringata guarnita con panna e frutta locale.

#4 Spagna. I festeggiamenti iniziano l’8 dicembre con la festa dell’Immacolata. Il 22 dicembre, avviene la Lotería de Navidad, nella quale tutti aspirano al premio, El Gordo, pari a quattro milioni di euro. I Presepi sono molto sentiti, specie quelli viventi, ideati per aiutare le persone povere. Il cenone del 24, ovvero la Nochebuena, è più importante del classico pranzo. In tavola vengono servite molte varietà di pesce o carne. Ciò che non verrà consumato, sarà finito il giorno dopo. A mezzanotte c’è la Misa del gallo, ovvero la Messa, chiamata così poiché si crede che il gallo sia stato il primo animale ad annunciare la nascita di Cristo. I bambini spagnoli ricevono i regali dai Re Magi, il 6 gennaio. Quel giorno, si consuma un grande pranzo in famiglia, che termina con un dolce chiamato Roscòn de Reyes, che nasconde al suo interno una piccola statuetta porta fortuna.

#3 Germania. Come ben sappiamo, la Germania è ricca di tradizioni importate in tutto il mondo, come il famoso albero di Natale, ovvero der Tannenbaum, che ha anche ispirato l’altrettanto conosciuta canzone natalizia. Il calendario dell’avvento è anch’esso un’invenzione tedesca. I mercatini sono molto apprezzati, celebri infatti, i giocattoli, come le svariate riproduzioni dello schiaccianoci che si ispirano in parte alla celebre favola di Hoffmann. I bambini, la sera della Vigilia, cospargono le loro letterine di zucchero per renderle più invitanti a Gesù Bambino. Durante il pranzo, la portata principale è l’arrosto d’oca imbottito con castagne, mele e cipolle. Un altro piatto tipico sono le carpe. Tra i dolci, troviamo molte prelibatezze preparate durante l’avvento, tra cui il Christstollen, simile al nostro panettone, ma lasciato lievitare per almeno tre settimane.

#2 Francia. I festeggiamenti iniziano l’11 novembre, con la festa di San Martino, patrono della Francia. I mercatini sono molto apprezzati, così come i presepi, che ricordano sotto certi aspetti quelli napoletani. È frequente infatti, che tra le statuine, chiamate “Santons”, vi siano personaggi tutt’altro che inerenti al racconto tradizionale, come ad esempio il sindaco o altre autorità. I festeggiamenti variano di regione in regione, ma una caratteristica comune è la presenza di numerose luci decorative. I bambini ricevono i regali da Père Noël, assistito da Père Fouchette, il quale ha il compito di ricordargli quelli che non si meritano i regali. Lumache, ostriche e salmone, contraddistinguono la tavola francese durante il cenone, annaffiati dall’immancabile champagne. Tra i dolci, troviamo invece Buche de Nӧel, il nostro tronchetto di Natale, per non parlare del Galette de Roi, un dolce di pasta sfoglia ripieno di crema di mandorle che nasconde all’interno una figurina di gesso colorata o una fava. Chi la trova, avrà il piacere di essere il Re o la Regina della casa per un giorno.

#1 USA & UK. Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno usanze simili, ma con qualche piccola differenza. Partiamo dunque, da coloro che sono più vicini a noi: gli inglesi. A Trafalgar Square risiede il famoso albero di Natale, donato ogni anno dalla Germania. I bambini inglesi ricevono i regali da Father Christmas, lasciandogli in cambio un bicchiere di latte e una fetta di Mince Pie, una gustosa torta dolce. Il tacchino ripieno, è un piatto immancabile sulle tavole inglesi durante il classico pranzo natalizio. Come dolce infine, il Christmas Pudding è molto gradito. Una buffa tradizione è la presenza dei Christmas Cracker accanto al proprio piatto. Questi allegri tubi di carta, da rompere in un modo particolare, contengono una coroncina di carta, un giochino ed un indovinello o una barzelletta. Il classico discorso della Regina dopo pranzo, riunisce le famiglie di fronte alla televisione. Infine, il 26 dicembre, viene celebrato il Boxing Day, inizialmente occasione di carità verso i più poveri, ora giorno di grandi saldi nei negozi. In America, molte cose rimangono simili, ma un’interessante differenza, a mio parere, è quella legata a Santa Claus. I bambini americani, infatti, gli lasciano un bicchiere di latte e dei biscotti, come noi italiani. Oltreoceano l’atmosfera natalizia inizia con il Black Friday, giorno di grandi sconti nei negozi. L’albero di Natale di Rockfeller Center è sicuramente molto famoso ed amato nel resto del mondo. Acceso per la prima volta nel 1933, all’inaugurazione del celebre edificio, è diventato ben presto un simbolo indiscusso del Natale newyorkese.

 

Rieccoci qui, dopo aver appena aver vissuto un viaggio ai quattro angoli del mondo, letteralmente. Abbiamo visto le diversità di questi Paesi, ma anche alcune tradizioni molto simili tra loro, la maggior parte delle quali per motivi storico politici. Abbiamo però notato che un elemento è ricorrente un po’ ovunque: la buona sorte. Quest’anno a noi serviranno un bel po’ di riti scaramantici, si fa per dire, per preparaci al 2021, che si prospetta veramente strepitoso. In ogni modo lo chiamate, il Natale o una tradizione simile, rimarrà comunque un bellissimo periodo dell’anno e spero che possiate viverlo nel migliore dei modi nonostante le difficoltà annesse a quest’anno un po’ fuori dalla norma.

Buone Feste a tutti!

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