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Settimana della memoria a teatro

La giornata della memoria si avvicina, e come ogni anno il nostro liceo offre una serie di attività per coinvolgere noi studenti e spronarci a non dimenticare. Mai. Perché è proprio dalla dimenticanza e dall’indifferenza che nascono disuguaglianze e ingiustizie. Per questo motivo le attività disponibili sono svariate e innovative, permettendo così a sempre più studenti di prenderne parte. Quello che vi voglio presentare io è un lavoro che coinvolge, dai primi di ottobre, la classe 4^G e molti altri allievi di varie sezioni, ed è il frutto della ormai frequente collaborazione del nostro liceo con la fondazione Camis De Fonseca. Sotto la guida della nostra professoressa di letteratura e histoire Paola Marzia Gazzi ci siamo impegati a presentarvi uno spettacolo teatrale intitolato “Donne e collaborazionizmo en zone libre: Francia 1942”, che metteremo in scena il 28 e il 29 gennaio al teatro Sant’Anna due volte al giorno, alle 10:30 e alle 12:30. La storia illustra le vicende di un gruppo di donne nella Vichy dei primi anni quaranta che, condotte in un edificio con il pretesto di un controllo generale di documenti, discutono ed esprimono le loro insicurezze mettendo a nudo la realtà di un clima antisemita e collaborazionista, dove sono in molti a rischiare di perdere tutto, compresa la vita. Per la prima volta, anche grazie all’aiuto di esperti esterni, le parti dei vari personaggi saranno recitate, permettendo così un contatto più diretto con il pubblico. Lo spettacolo, inoltre, è caratterizzato dalle coreografie elaborate dalla nostra stessa professoressa e dalle musiche cantate e riprodotte dal vivo dai nostri compagni e compagne, che sono, senza alcun dubbio, uno dei punti forti del progetto.

Parlando personalmente come alunna partecipante di questo progetto, posso assicurarvi che vale la pena venirci a vedere. Il messaggio che proviamo a trasmettere è importante, ma è anche difficile da portare avanti, soprattutto se si cerca di attirare l’attenzione degli studenti, un pubblico difficile ma spesso sorprendente. Questa volta non vi presentiamo dei numeri, anche se sono importantissimi; non vi parliamo di Auschwitz, anche se è simbolico; quest’anno vi portiamo una storia. Una storia di paura, di sospetto e negazione. Una storia inventata, ma vera. Quest’anno cerchiamo di raggiungere il vostro cuore, oltre che la testa, perché è questo il modo migliore per imparare. Per imparare e, soprattutto, per diffondere.

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