Anche le pubblicità (a volte) fanno discutere

La pubblicità da sempre rappresenta un modo, anzi, un mezzo per procurarsi conoscenze, vendite e un conseguente aumento dei profitti.

Ma chi sono i soggetti su cui la pubblicità vuole fare leva?

Semplice…anziani e bambini. È proprio una bambina la protagonista della pubblicità che sta facendo molto discutere al momento.

La pubblicità della pesca creata dall’Esselunga.

Ma innanzitutto …cosa è rappresentato?

La pubblicità si apre con una bambina che al supermercato (Esselunga) si allontana dalla mamma per comprare una pesca, una volta arrivata a casa la mette nel suo zaino e attende l’arrivo del papà, che a breve sarebbe andato a prenderla, essendo i suoi genitori separati. Solo quando la bambina sale in macchina consegna la “famosa pesca” al papà dicendo:<< te la manda la mamma>>. Lo slogan finisce con il papà che le dice che avrebbe chiamato la mamma per ringraziarla mentre con uno sguardo malinconico guarda la finestra della casa. 

Alla fine appare la scritta “NON C’E’ UNA SPESA CHE NON SIA IMPORTANTE”.

Sono stati numerosi gli articoli successivi a questo cortometraggio che ha generato non poche polemiche, in quanto c’è chi crede che voglia rappresentare i valori della “famiglia tradizionale” andando incontro a stereotipi superati ormai da tempo, e per questo la condanna, ma c’è chi che per lo stesso identico motivo la apprezza. 

Alcuni pensano che sia sbagliato mettere in scena la separazione e ciò che questa comporta, altri invece la ammirano dicendo che ha fatto capire che non sempre la famiglia unita è quella felice, mentre quella separata quella infelice.

Sono state fatte numerose ipotesi, io non sono qui per mettere altra carne al fuoco, ma se semplicemente volesse rappresentare, senza mancare di tatto, la realtà che molti bambini vivono a causa delle separazioni, ha fatto capire che oltre a tutto l’odio, il rancore e la rabbia che le persone possono provare le une verso le altre l’amore per i figli lo supera.

Le pubblicità vengono spesso contestate perché i protagonisti sono una “ famiglia perfetta” con una vita altrettanto perfetta. Questo cortometraggio non lo fa, anzi, vuole sottolineare le difficoltà di una famiglia e mette lo spettatore di fronte alla realtà delle cose, senza farlo sentire inferiore davanti alla “famiglia del mulino bianco”.

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